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Ciclismo

Giro d’Italia 2013, i top&flop

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Le tre settimane di Giro d’Italia 2013 sono letteralmente volate, regalando grandi emozioni spesso ulteriormente incrementate dalle ardue condizioni atmosferiche nelle quali hanno corso gli atleti. Cerchiamo di capire, ora, chi è andato alla grande e chi invece ha deluso.

I top

Vincenzo Nibali: alquanto scontato, ma tant’è. Non si limita a vincere il Giro d’Italia, ma lo fa per manifesta superiorità. E’ migliorato tantissimo a cronometro e in più si prende la briga di restituire serenità all’ambiente delle due ruote dopo il fattaccio di venerdì.

Mark Cavendish: il Nibali delle volate. Cinque occasioni e cinque vittorie, ovvero la perfezione, aiutato da una squadra (Stegmans e Trentin su tutti) sempre pronta.

Movistar: quattro vittorie di tappa per il team spagnolo e un giorno in maglia rosa. Alquanto piacevole e commovente il ritorno di Giovanni Visconti, migliori performance della giovane carriera per Beñat Intxausti.

i colombiani: Carlos Betancur colleziona secondi posti e vince la maglia bianca; Rigoberto Urán strappa la fascia di capitano a Wiggins e termina il Giro alla piazza d’onore; i Colombia di Claudio Corti non lesinano attacchi, in particolare Darwin Atapuma, Robinson Chalapud e Fabio Duarte confermano doti molto interessanti. Tra qualche anno questa nazione potrebbe davvero essere una potenza dei grandi giri, se solo migliorassero a cronometro e in discesa…

Enrico Battaglin: il talento ritrovato. Un primo e un secondo posto, poi un grave infortunio; considerato da anni una delle promesse più belle del nostro movimento, è finalmente esploso in tutto il suo potenziale.

Luca Paolini: la zampata che vale una carriera fatta di fatiche, borracce, tirate in testa al gruppo. Tappa e quattro giorni di maglia.

Stefano Pirazzi: i mille scatti, i punti GPM, la maglia di miglior scalatore. Missione compiuta.

I FLOP

Bradley Wiggins: chiaramente i problemi fisici lo debilitano parecchio, costringendolo al ritiro anticipato. Ma quelle immagini di Wiggo che non riesce a piegare la bicicletta in discesa, oppure lasciato solo dai compagni (deludente la Sky, a parte Urán), resteranno scolpite nella memoria dei tifosi.

Ryder Hesjedal: tenta qualche timido attacco nelle prime giornate, su terreni azzardati, poi si eclissa e si ritira. Non una bella difesa della vittoria 2012.

Cannondale: per il più forte team italiano è uno smacco tornare a casa senza nemmeno una vittoria di tappa-pur con tanti piazzamenti-e con una classifica deficitaria, che il solo Damiano Caruso, chiamato all’ultimo istante, ha provato a salvare.

Filippo Pozzato: continua il 2013 non indimenticabile del vicentino. Mai un tentativo, mai un attacco; se Visconti risorge, Pozzato si nasconde.

Samuel Sánchez: troppo irregolare per far classifica, gli sfugge anche un successo parziale.

Robert Gesink: che abbia dimostrato, una volta per tutte, di non poter competere per la vittoria finale in un grande giro?

 

Danilo Di Luca: volutamente staccato dagli altri, perché ciò che ha fatto non può essere paragonato alle delusioni “di gara”. Dietro la lavagna, per sempre.

 

foto tratta da cyclingweekly.co.uk

marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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