Ciclismo

Giro d’Italia 2013: lo “shark attack” come sigillo

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Shark attack, attacco dello Squalo. Perché si può attaccare anche in una cronometro. Certo, vincere una tappa in linea forse entusiasma maggiormente l’immaginario collettivo dei tifosi, ma anche una cronoscalata ha il suo fascino. Soprattutto se chi la vince lo fa con una semplicità straordinaria, come se fosse la cosa più naturale e facile del mondo; e chiude in questo modo i conti, salvo improbabili stravolgimenti, per la vittoria finale di questo Giro d’Italia 2013.

Vincenzo Nibali doveva timbrare in qualche modo quello che, sin dalle prime giornate sulle tortuose strade del Centro-Sud, sembra essere il “suo” Giro. La cronoscalata Mori-Polsa era ritagliata alla perfezione per lui: nei mesi scorsi, il grande lavoro specifico nelle prove contro il tempo gli ha permesso di limare tantissimo in questa specialità, mentre le sue doti da scalatore sono da sempre eccelse. Oggi ha saputo combinare queste caratteristiche, demolendo letteralmente gli avversari, perché 58” su Sánchez-che oltretutto era sul tracciato in condizioni atmosferiche migliori-rappresentano un margine veramente pesante, un chiaro segnale del predominio assoluto dello Squalo.

Cosa può succedere ora? Intanto, bisognerà vedere che ne sarà dei percorsi delle prossime due giornate, sulla carta le più spettacolari ed impegnative: domani Tonale e l’inedito Castrin sostituiranno Gavia e Stelvio, ma non sono da escludere stravolgimenti anche per sabato. Sicuramente, comunque, ci saranno montagne da affrontare in condizioni ancora una volta improbe: gli oltre 4′ di vantaggio che Nibali ora ha su Evans e su tutti gli altri costituiscono però una vera cassaforte. Anzi, non è da escludere un altro shark attack, un’altra azione di forza e intelligenza tattica per mettere un ultimo sigillo su questo Giro d’Italia.

foto tratta da wielerzone.be

marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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