Ciclismo

Giro d’Italia 2013: Wiggo, che succede?

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Quando si cercava di analizzare lo strapotere del team Sky e in modo particolare di Bradley Wiggins, con riferimento chiaramente all’ultimo Tour de France, spesso si metteva l’accento su un aspetto: la programmazione. Ogni dettaglio, nella squadra inglese, si cura alla perfezione; si fanno test raffinati, con le più moderne tecnologie, un mix di sport, ingegneria e meccanica; naturalmente, si va anche in ricognizione sui luoghi di gara.

Bene, questo nel ciclismo non è tutto. Anche se siamo nel 2013, lo sport delle due ruote ha ancora una forte componente di improvvisazione, di fantasia, di genio; e, soprattutto, le condizioni atmosferiche influiscono notevolmente, senza che si possano prevedere nei vari test. In queste prime giornate di Giro d’Italia 2013, la Sky e Bradley Wiggins hanno incredibilmente sofferto i due aspetti appena citati; i mangia e bevi del Centro-Sud della nostra Penisola hanno creato una serie incredibile di tranelli, sfruttati da una grande quantità di corridore, tra cui molti uomini di classifica, all’attacco ad ogni minima occasione. Questo non era certo stato preventivato dagli Sky, che oltretutto hanno dato più di una dimostrazione di scarsa coesione di squadra, con Uran e Henao, talvolta, forse più presi dalle proprie legittime ambizioni di classifica, che da quelle del proprio capitano. In più, ci si è messa la pioggia. La pioggia che ha reso viscidissime le strade d’Abruzzo; e proprio in questa condizione, Wiggo è andato ulteriormente in difficoltà, finendo a terra nell’ultima discesa odierna e faticando parecchio a rialzarsi e a riprendere il ritmo giusto. Ha lasciato per strada quasi 1’30”, un distacco significativo, sembrando quasi bloccato, a livello psicologica, una volta ripresa la bicicletta; la paura, nel ciclismo come in ogni altro sport, è la prima causa di ogni sconfitta. Sia ben chiaro, Wiggins non va dato per morto; domani c’è la tappa a lui congeniale, e se sulle Alpi potrebbe benissimo ritrovare le sensazioni dello scorso anno. Però questi primi sette giorni di gara hanno sicuramente fatto molto male al britannico e al suo squadrone.

In tutto questo, una menzione particolare, per la tappa di oggi, va ovviamente ad Adam Hansen. L’australiano della Lotto-Belisol è uno degli stakanovisti del gruppo, capace di fare Giro Tour e Vuelta in un sol boccone, quasi sempre al vento per i suoi capitani; oggi ci ha provato da lontano, in buona compagnia, probabilmente pensando che le squadre dei big non gli avrebbero lasciato troppo spazio. La pioggia, però, è stata una manna del cielo per questo poderoso passista; il gruppo ha rallentato, lui ha saputo staccare un Emanuele Sella condizionato dalla prima di due rovinose scivolate ed è andato a cogliere, quasi commosso, il più bel successo della carriera. Wiggins all’inferno (temporaneo), Hansen in Paradiso: questo è il ciclismo.

foto tratta da cyclingnews.com

marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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