Ciclismo
Giro d’Italia: il rimpianto di Canola, la forza di Degenkolb
Ci sono quei momenti in cui, di colpo, il destino scombina le carte in tavola. Accade nello sport, è accaduto oggi nella quinta tappa del Giro d’Italia: tutto pareva pronto per una “normale” volata, ma una caduta sull’asfalto viscido ha spezzato il plotone. E all’improvviso, Marco Canola si trova catapultato nel sogno.
Vicentino al secondo anno da professionista, Marco compirà venticinque anni il giorno di Santo Stefano: è in forza alla Bardiani-CSF, la squadra dei giovani, la squadra sempre all’attacco. Al primo Giro d’Italia della carriera, si gira dopo quell’infida curva…e non trova più nessuno. Non trova i compagni Sacha Modolo ed Enrico Battaglin, per i quali stava alacremente lavorando, come al solito; non trova gli altri velocisti. E pedala, da solo, su un rettilineo immenso e interminabile, in leggera pendenza, a caccia della gloria. A qualcuno, questa situazione ricorda la tappa vinta da Lorenzo Bernucci al Tour de France 2005, quando molti, oltretutto, lo scambiarono per Cancellara; anche qua lo scambiano per qualcun altro, c’è chi dice che è Edoardo Zardini. Ma oggi, purtroppo, non c’è quel lieto fine. Marco è esausto, del resto è in testa al gruppo a tirare a tutta già da parecchie centinaia di metri; semplicemente, non ne ha più. Ci prova, con le unghie e con i denti, con la forza e con il coraggio, ma un fulmine bianco, John Degenkolb, lo passa a doppia velocità. A un passo dal lieto fine, appunto. L’ordine d’arrivo dirà che lo stremato Canola è dodicesimo: sarà per la prossima volta. Il ciclismo dà sempre una seconda possibilità e lui non se le farà scappare.
L’altra “faccia” di questa giornata è, ovviamente, quella di John Degenkolb. Un numero funambolico per non cadere nel tranello teso, involontariamente, da un suo stesso compagno di squadra (lo sloveno Luka Mezgec); poi, una forza della natura. Non può perderla, questa volata; sprinter puro com’è, non ha problemi a superare a doppia velocità un Canola davvero esausto, con gli altri contendenti tagliati fuori. Una vittoria che profuma di definitiva consacrazione, dopo i cinque successi alla Vuelta della scorsa stagione e tanti piazzamenti raccolti qua e là. Classe 1989, il tedesco ha davvero un grande futuro, perché dimostra quotidianamente, a differenza di molti colleghi sprinter, anche una certa resistenza sulle salite di media difficoltà, che gli spalancano-e gli spalancheranno-più chance di successo.
foto tratta da bardianicsf.com
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