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Hockey Prato
Hockey prato: l’intervista ai protagonisti dello scudetto dell’Amsicora
Olimpiazzurra ha intervistato in esclusiva tre dei protagonisti della stagione spettacolare disputata dall’Amsicora, terminata con la vittoria dello scudetto: il capocannoniere della serie A1 Gabriele Murgia, il capitano dei sardi Fabio Mureddu e l’allenatore Roberto Carta.
Gabriele, a coronamento di una stagione incredibile è arrivato anche il titolo di capocannoniere, obiettivi per l’anno prossimo?
Gabriele Murgia: “Sicuramente per me è stata una stagione incredibile: vincere lo scudetto dopo tanti anni dedicati a questo sport è la gioia più grande che mi potesse arrivare, poi vincerlo con gli amici di una vita e nella società in cui si è nati… Non ci sono parole per descrive la soddisfazione. Il titolo di capocannoniere è la ciliegina sulla torta ad una stagione indimenticabile. Gli obiettivi per il prossimo anno sicuramente sono di rimanere i numeri uno, siamo una squadra giovane e soprattutto formata da ragazzi del nostro vivaio. Ci sarà per noi la “novità” Europa, è da tanto che non andiamo a fare una competizione europea per questo la società dovrà creare una squadra competitiva con la ricerca di stranieri di alto livello da aggiungere al nostro organico.”
Fabio, da capitano, che emozioni proverai ad alzare la coppa dopo tutti i momenti passati con questa maglia?
“Sarà un onore rappresentare questo gruppo e sarà la rivincita di un gruppo che ha conosciuto la retrocessione e poi la gioia di uno scudetto meritatissimo, conquistato da amici prima che da compagni.”
Come reputi il ritorno all’Amsicora di Gabriele?
“Il ritorno di Gabriele è stato fondamentale per dare qualità ed esperienza ad un gruppo pronto per il salto di qualità. Importante in tutti i momenti decisivi e uomo immagine dell’ “Harlem Shake amsicorino”.”
Roberto, dopo il successo nello scontro diretto il Bra sembrava avviato ad un nuovo scudetto, invece siete stati implacabili nella rimonta. è stata quella partita che vi ha dato la spinta per andare a vincere?
“La partita di Bra (pluriscudettata) era un banco di prova importante perchè avrebbe sancito la nostra collocazione nella corsa al titolo italiano, averla persa all’ultimo minuto inizialmente ha portato tanta delusione perchè immeritata, ma col passare delle ore con lo staff siamo stati bravi a trasformare agli occhi dei ragazzi la sconfitta in una vittoria “ai punti”. Ciò ci ha dato la possibilità di ritenere che pur rispettando gli avversari potevamo batterli tutti!”
Quest’anno avete dimostrato di essere i più forti in Italia, vi sentite pronti a dire la vostra anche in Europa?
“Lo scorso anno con la squadra femminile abbiamo dato all’Italia la promozione al Challanger 1, dando dimostrazione di essere un buon team. Con la maschile sono sicuro che potremmo toglierci delle grandi soddisfazioni. Quanto grandi dipende anche dalle scelte societarie. Per eccellere in Europa sono sicuro che ci basti completare la rosa con un altro fuoriclasse del tipo di Alexander Perdoni.”
Qual è stato il momento più bello dell’intera stagione? E quale quello più difficile?
“Il momento bello… Sono due! Scontato la vittoria con la Tevere , semplicemente entusiasmante. Ma anche la vittoria sul Bra 7-3 nel girone di ritorno. Ci ha dato tanta forza, determinazione e ci ha spianato la strada al titolo. Il più brutto ricompattare la squadra nel periodo invernale, non è facile tenere il gruppo in allenamento 3 mesi senza mai giocare.”
A inizio stagione ti saresti aspettato di arrivare così in alto?
“Se mi sarei aspettato di arrivare cosi in alto? Sarei bugiardo se dicessi di no. Io mi sono presentato alla squadra con queste parole: sono venuto per vincere. Ovviamente non mi riesce sempre, ma io ci provo sempre! Tutti sanno che le mie squadre sono molto difficili da battere. Io sono proprio fatto cosi: tranquillo, calmo, educato ecc. ma in campo vado solo per vincere. Ci credevo, ero consapevole del valore di questa squadra. Per me è stato un ritorno alla maschile, che avevo già allenato negli anni dal 1990 /1999, e quindi non è il mio primo titolo vinto con l’Amsicora. Le nostre strade si sono divise per “colpa” della mia collaborazione con la Federazione in qualità di allenatore della Nazionale femminile prima e maschile poi. Ora che questa collaborazione è finita, spero di poter festeggiare molte volte con le squadre del mio club.”
Che ne pensi degli italiani che preferiscono sempre il calcio preferendolo a sport, come il vostro che può regalare uno spettacolo immane (l’abbiamo visto nel match con la Tevere)?
“Che penso? Mi dispiace per loro, si perdono uno sport bellissimo, veloce, spettaccolare, giocato da atleti dotati di grandissima preparazione tecnico/atletica e da squadre tatticamente grandiose. Peccato per loro. Ma possono redimersi: cercando nella rete le partite dei Mondiali o Euroleague e farsi un’idea di cosa si sono persi finora.”
gianluca.bruno@olimpiazzurra.com