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Judo, Masters Tyumen: brillano Giappone e Mongolia

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Dopo le sfide tra judoka giapponesi e mongoli che hanno caratterizzato i Campionati Asiatici, gli atleti di questi due Paesi si sono divisi le medaglie anche in terra russa, in occasione dei World Masters di Tjumen’.

Il Giappone è uscito con sette medaglie, suddivise in tre ori, due argenti e due bronzi. I maestri del judo hanno dimostrato ancora una volta la profondità del loro movimento, visto che non schieravano tutte le loro migliori carte a disposizione. I titoli sono arrivati da Naohisa Takato (-60 kg), Kana Abe (-63 kg) e Hiromi Endo (-48 kg).

Con due ori, due argenti ed un bronzo, la Mongolia si è garantita il secondo posto nel medagliere della competizione. Dopo i Campionati Asiatici e l’appuntamento di Baku, i judoka mongoli hanno dimostrato ancora una volta il loro straordinario stato di forma, con Njam-Očir Sainžargal (-73 kg) e Sumija Doržsuren (-57 kg) che hanno ottenuto la medaglia d’oro. La Mongolia dimostra di essere competitiva sia al maschile che al femminile, anche se rischia di spremere troppo i propri atleti in vista dei Mondiali, visto che sono  presenti in tutti gli appuntamenti.

Ottima prova anche del Brasile, che si sta preparando al meglio in vista dei Giochi Olimpici di casa. Oltre all’oro di Mayra Aguiar (-78 kg), arrivano anche tre argenti e due bronzi, che fanno del Brasile la seconda squadra per numero di medaglie vinte, alle spalle del Giappone.

Cinque medaglie il bottino dell’Olanda, che, al di là dell’oro della solita Kim Polling (-70 kg) piazza sul podio tutti gli atleti partecipanti.

Deludente invece la prova della squadra di casa: la Russia disponeva di ben 23 judoka, ma solo 3 sono saliti sul podio, con una medaglia di ogni colore. L’oro è arrivato dal sorprendente Ivan Nifontov (-81 kg), mentre nessuna donna russa è riuscita a raggiungere i quarti di finale.

Ad uscire un po’ ridimensionata è la Georgia, che, reduce dai successi degli Europei, schierava quasi tutti i suoi assi. Il medagliere, però, parla “solo” di un oro (quello di Adam Okruašvili nei +100 kg) e tre bronzi.

Un oro ed un bronzo per l’Azerbaijan, mentre si aggiudicano un oro a testa anche Kazakistan, Cina, Kosovo e Grecia, con il ritorno ai suoi livelli del grande Ilias Iliadis, dopo la batosta degli Europei, dove fu eliminato al primo turno.

Discorso a parte per la Francia, che conquista cinque medaglie come Olanda e Mongolia, ma nessuna d’oro (un argento e quattro bronzi). Una prestazione che va comunque letta in base all’assenza di molti judoka di rilievo, ad iniziare da Teddy Riner, e dalla forma non perfetta di Lucie Décosse, che è giunta terza ma non ha ancora recuperato completamente dai suoi problemi di schiena che le avevano addirittura fatto pensare di smettere.

Medaglie anche per Israele, Canada, Ungheria, Cuba, Corea del Sud, Romania, Uzbekistan, Slovenia, Germania e Portogallo, per un totale di 22 Paesi. Un’ennesima dimostrazione della globalità di questo sport.

L’Italia, con il quinto posto di Edwige Gwend, chiude al 26° posto, al pari di Spagna e Finlandia. La prestazione della judoka azzurra va comunque letta in senso positivo: vista la qualità delle partecipanti, questo quinto posto può essere visto come una ulteriore progressione rispetto agli Europei. Un buon segnale in vista dei prossimi appuntamenti, soprattutto i Mondiali.

Nella classifica maschile, il Giappone ha preceduto Russia e Mongolia. Tra le donne, le nipponiche si sono imposte sul Brasile e sulla solita Mongolia, con l’Italia 17ma.

Immagine: Christian Fidler

giulio.chinappi@olimpiazzurra.com

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