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La boxe olimpica perde pezzi: Lomachenko ed Usyk passano al professionismo

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Due volte campione olimpico e mondiale, l’ucraino Vasyl’ Lomačenko (pesi piuma) è stato protagonista delle World Series of Boxing con gli Ukraina Otmans, squadra giunta sino alla finale poi persa con la  formazione kazaka degli Astana Arlans. Ma più che la sua vittoria sul ring contro Samat Bašenov, a fare notizia è stata l’intervista rilasciata da Lomačenko al termine dell’incontro : “Sono contento di aver portato un punto alla mia squadra, nonostante abbia combattuto con una mano in disordine e non potendo quindi di conseguenza esprimermi al meglio. Quello con Bašenov è stato comunque l’ultimo incontro disputato tra i dilettanti. La prossima volta che salirò sul ring sarà da pugile professionista“.

Una notizia che segue l’annuncio, velato ma non troppo, di un altro campione ucraino, Oleksandr Usik, campione olimpico e mondiale in carica dei pesi massimi. Subito dopo le olimpiadi, il bronzo di Londra nella categoria welter, nonché campione mondiale a Baku 2011, Taras Šelestjuk, aveva già optato per il professionismo, mentre Oleksandr Gvozdik, bronzo olimpico dei mediomassimi, dovrebbe farlo a fine anno, dopo i Mondiali.

L’Ucraina è solo un esempio, visto che dalla fine dei Giochi di Londra, ben 31 pugili olimpionici hanno optato per il professionismo. Tra questi, tutti i 9 pugili statunitensi e 5 medagliati, senza contare quelli che lo faranno a breve, come gli ucraini sopracitati.

giulio.chinappi@olimpiazzurra.com

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