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La crisi economica colpisce lo sport mondiale

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In un sistema-mondo come quello in cui siamo inseriti oggi, le crisi economiche si ripercuotono attraverso tutto il pianeta in men che non si dica. Le diverse economie nazionali, per quanto possano mantenere un certo grado di autonomia, sono infatti fortemente interdipendenti le une dalle altre, anche se non hanno un peso eguale fra loro. Tutti i settori della vita socio-economica hanno fortemente subito questa congiuntura globale negativa, c’è chiaramente quello dello sport. Lungi da noi pensare che l’aspetto peggiore di questa lunga crisi sia la difficoltà nel reperire fondi per il settore sportivo, ma, in quanto sito di informazione sportiva, ci soffermeremo su questo punto.

La crisi economica, come detto, colpisce tutti, ma alcuni la subiscono più di altri. Come ben sappiamo, la Spagna è stata tra i Paesi che hanno vissuto le situazioni peggiori, e molte federazioni sportive sono entrate in grave crisi. Le regole finanziare spagnole agevolano ancora le squadre di calcio rispetto alla concorrenza estera, ma lo sport spagnolo del futuro si affiderà probabilmente più a qualche singolo campione che ad un movimento di massa.

Anche l’Australia, grande delusione di Londra 2012, ha dovuto ridurre fortemente i propri fondi destinati allo sport, nella speranza che le federazioni sportive ne facciano una gestione più parsimoniosa.

La crisi colpisce anche i Giochi Olimpici, tanto che la Corte dei Conti della Russia ha dovuto richiamare all’ordine gli organizzatori dei Giochi Olimpici 2014, rei di sperperi eccessivi.

Altri, invece, non si fermano davanti a nulla e continuano ad investire nello sport: il Brasile, in particolare, che avrà l’onore e l’onere di organizzare a due anni di distanza i Mondiali di calcio ed i Giochi Olimpici estivi, ha beneficiato di una crescita economica importante anche nel periodo peggiore della crisi e, sebbene con qualche ritardo nell’ultimazione delle strutture, dovrebbe garantire due manifestazioni sportive di altissimo livello.

Sprezzante dei richiami della Corte dei Conti di Parigi, la Francia ha continuato ad investire fortemente nello sport, attraverso il CNOSF (Comité National Olympique et Sportif Français), che anzi punta a migliorare in alcuni sport dove i risultati degli ultimi tempi non sono stati soddisfacenti.

La Cina, invece, può fare leva sulle sue infinite risorse umane per mantenere un alto livello nello sport olimpico, mentre la Gran Bretagna può campare di rendita grazie all’onda lunga di Londra 2012.

In tutto ciò, l’Italia si piazza in una situazione intermedia: a soffrire sono state soprattutto alcune federazioni dei cosiddetti “sport minori”, ma anche il settore degli sport invernali. Anzi, a dirla tutta, anziché tagliare l’istruzione e la sanità, si sarebbe potuto partire da una gestione più oculata degli sprechi nel mondo dello sport, che di certo non mancano.

Vogliamo chiudere con chi, invece, se la vede davvero brutta: chi ama lo sport, non può non rivolgere un pensiero alla Grecia, patria dei Giochi Olimpici.

giulio.chinappi@olimpiazzurra.com

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