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Nibali, Manassero e l’Italia dei numeri 1
Gli albi d’oro, gli archivi, le testimonianze e, più in generale, la storia ci insegnano che l’Italia è una potenza sportiva da ben oltre un secolo.
Analizzando solo l’ultimo ventennio dal punto di vista olimpico, il Bel Paese, dal 1994 in poi, ha sempre concluso tra le prime 10 del medagliere in tutte le edizioni dei Giochi estivi ed invernali cui ha preso parte, ad eccezione di Vancouver 2010.
Innumerevoli i trionfi praticamente su ogni fronte, a dispetto di una concorrenza globale sempre più agguerrita e numerosa. Soffermandoci sul fronte degli sport estivi, l’impressione è che potremmo trovarci all’alba di una vera e propria era azzurra. Non che sinora sia andata male, tutt’altro. Ma il prossimo decennio potrebbe essere ricordato come quello dei grandi numeri 1 italiani. Ce lo auguriamo di cuore.
Partiamo dai successi recenti, quelli di Vincenzo Nibali al Giro d’Italia e di Matteo Manassero al BMW PGA Championship.
Lo Squalo dello stretto a 28 anni ha raggiunto la completa maturazione agonistica, consacrandosi come fuoriclasse assoluto in grado di lasciare un marchio perenne nella storia del pedale tricolore. Forte in salita, solido a cronometro, un falco in discesa: in una parola, completo. Nibali ha raggiunto ormai un livello tale da poter essere accostato allo spagnolo Alberto Contador. Peraltro tra i due sussiste una profonda differenza: l’iberico, mai punito a seguito del coinvolgimento nell’Operacion Puerto, è stato squalificato per due anni a seguito di una positività al clenbuterolo; il siciliano, invece, rappresenta il simbolo di un ciclismo che vuole lasciarsi alle spalle l’epoca dei bari e dei sospetti per intraprendere la strada della purezza. Il Tour de France 2014 rappresenterà il prossimo grande obiettivo del messinese, ma intanto l’attenzione sarà rivolta ad un possibile secondo sigillo alla Vuelta España, magari sognando la maglia arcobaleno: il Mondiale di Firenze, impegnativo dal punto di vista altimetrico, potrebbe esaltare le caratteristiche dello Squalo.
Ad ogni modo, Nibali può diventare il numero 1 al mondo delle corse a tappe: per farlo, dovrà aggiungere la Grand Boucle al suo palmares. Intanto alle sue spalle scalpita già l’erede Fabio Aru.
Per quanto riguarda Matteo Manassero, è innegabile come il golf nostrano abbia trovato un fenomeno speciale. A 20 anni si è già aggiudicato ben 4 tornei dell’European Tour, palesando una freddezza da veterano nei momenti cruciali. Difficile dire se il veneto riuscirà un giorno anche solo ad avvicinare i record di Tiger Woods: un’impresa titanica per chiunque. La certezza, tuttavia, è che l’Italia possa finalmente contare su un giocatore in grado di portare un giorno nel Bel Paese un torneo dello Slam sin qui sempre sfuggito, anche nel periodo d’oro di Costantino Rocca.
Da anni, infine, viene atteso come il Messia del tennis il marchigiano Gianluigi Quinzi. Come nel caso di Manassero, si tratta del classico predestinato, di quel talento che, prima o poi, arriva molto in alto. Attualmente n. 460 del mondo, a soli 17 anni Quinzi sta crescendo progressivamente e per gradi: i tornei future cominciano a stargli stretti e presto sarà in grado di ambire a vincere con continuità nel circuito challenger. Prima dell’approdo nei tornei ATP e, si spera, di quella scalata a quel ranking mondiale che l’Italia sogna dai tempi di Adriano Panatta. Assieme al giovanissimo marchigiano, inoltre, promettono molto bene anche Filippo Baldi, Stefano Napolitano e Matteo Donati. Potremo ambire a vincere la Coppa Davis tra qualche anno? Sognare non costa nulla…Ma esistono i prodromi per vivere un decennio all’insegna dei numeri 1 azzurri.
federico.militello@olimpiazzurra.com