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Rugby: il pagellone di Benetton Treviso e Zebre

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Tempo di bilanci e di giudizi finali per Benetton Treviso e Zebre. Con il Pro12 ormai in archivio, quindi, vi proponiamo il pagellone di fine stagione dei Leoni e dei bianconeri.

BENETTON TREVISO

Alessandro Zanni, 9: una forza della natura. Raramente le partite del friulano possono definirsi ‘buone’, poiché sarebbe riduttivo per il modo in cui trascina quasi in silenzio questa squadra. Imprescindibile per il motore trevigiano. Flanker dalla continuità pazzesca, senza timori reverenziali si potrebbe affermare che la stagione appena conclusa lo consacra tra i più forti dell’Emisfero Nord nel suo ruolo.

Leonardo Ghiraldini, 9: se Zanni è uno dei migliori nel suo ruolo, per il Ghira possiamo tranquillamente spingerci oltre: il tallonatore più incisivo ed efficace in Europa è lui. Neanche i futuri Lions, ovvero Hartley, Hibbard e Youngs, hanno impressionato come lui durante l’anno. Fosse stato britannico o irlandese, quella maglia rossa probabilmente sarebbe stata sua…

Francesco Minto, 8,5: da settembre a novembre ha conquistato il posto fisso nel Benetton e la maglia azzurra, diventando quasi inamovibile per Jacques Brunel. Il tutto grazie ad una grinta e ad una cattiveria agonistica straordinaria, che ne fanno una delle rivelazioni biancoverdi stagionali. Quando riceve l’ovale raramente non avanza almeno di dieci metri.

Robert Barbieri, 8: come le mete realizzate. E’ lui il top-scorer della franchigia, quello con il ‘fiuto della marcatura’ più sviluppato. Pochissimi passaggi a vuoto, tanta, tantissima quantità e qualità. Insieme a Zanni e Favaro (voto 8), forma una delle terze linee più forti della lega.

Doppies La Grange, 8: tornato dall’infortunio a febbraio, da quel momento il sudafricano è stato schierato sempre titolare da Franco Smith. Il motivo è presto spiegato: al momento, è il trequarti con più qualità del lotto, nonché quello con maggiore esperienza. Il suo apporto si sta dimostrando fondamentale per la crescita di tutto il reparto arretrato, così come per la crescita dei giovani.

Alberto Di Bernardo, 7: nella stagione che lo vede finalmente protagonista assoluto, Beto si fa trovare pronto nello gestire il gioco trevigiano. Non sarà un fenomeno, è acclarato, ma sa far muovere la linea ed è solido ed affidabile in difesa. Eccellente nei calci di spostamento, mentre la pecca più grande si riscontra dalla piazzola, dove l’italo-argentino ha spesso viaggiato con percentuali non esaltanti.

Kris Burton, 5: l’ultimo match contro gli Scarlets è stato un degno addio alla maglia biancoverde, ma anche l’unica luce fra tante ombre per Kris. Apprezzabile soltanto la precisione dalla piazzola (80% la percentuale celtica), visto che in cabina di regia ha toppato la quasi totalità delle gare disputate.

Tobias Botes, 5: poco convincente l’italo-sudafricano quest’anno, scavalcato di fatto nelle gerarchie sia da Gori (voto 7,5) che da Semenzato (voto 7,5). Non riesce quasi mai a dare ordine alle sue giocate, probabilmente per l’eccessiva foga. Fin troppo spregiudicato, anche se ha il merito di far divertire spesso Monigo con le sue accelerate.

Tommaso Benvenuti, 4,5: Tommy sembra aver perso tutta quella magia di cui si era ricoperto agli esordi, quando incantava in nazionale come in maglia biancoverde. Irriconoscibile, impalpabile in ogni segmento di partita giocato, in ogni linea di corsa. La sua prossima destinazione, probabilmente, sarà Perpignan, dove si presume possa ritrovare quella brillantezza smarrita. Buona fortuna.

Bees Roux, 4: tanto grosso quanto deficitario in mischia chiusa e, in generale, nel gioco di Smith. Il sudafricano è il vero flop dell’anno, nonostante un potenziale che sembra esserci ed anche in grado di battagliare in terra celtica. A frenarlo, probabilmente, anche difficoltà ad ambientarsi, motivo per cui non sarà confermato.

ZEBRE

Dries Van Schalkwyk, 8,5: qualcuno rimpiangerà ancora Nick Williams, ex Airone ora ad Ulster ed eletto miglior giocatore della lega, ma le prestazioni del sudafricano non possono passare sotto silenzio. Pochi dubbi: è stato il miglior bianconero stagionale, non solo per le sette mete tra Pro12 ed Heineken Cup, ma anche per l’enorme mole di lavoro svolto. E potrebbe restare anche per il prossimo anno.

Josh Sole, 8: seconda linea, flanker o ball carrier ha poca importanza, il work rate dell’ex azzurro è comunque elevato. Elemento fondamentale per Gajan, essendo solido, equilibrato e disciplinato, attitudine peraltro poco sviluppata dal resto del gruppo bianconero. Il suo addio lascerà un vuoto non da poco.

Gonzalo Garcia, 8: il sergente Garcia resta sull’attenti durante tutta la stagione, anche un po’ a sorpresa, come dimostra l’eccellente Sei Nazioni disputato. Organizza e comanda da vero leader la difesa, suo punto forte; inoltre, si riscopre anche piazzatore dalle lunghe distanze, che non fa mai male.

Filippo Ferrarini, 7,5: 22 anni, freschezza fisica ed atletica e tantissima voglia di arare al suolo chiunque gli capiti a tiro. Una piacevole scoperta questo giovane flanker, dagli ampi margini di miglioramento e dal futuro roseo. Probabilmente, è già sul taccuino di Brunel per i test match di giugno.

Leonardo Sarto, 7,5: insieme al sopraccitato Ferrarini e a Manici, rappresenta la meglio gioventù di casa Zebre. Ala moderna, fisica e veloce, con il dirimpettaio Sinoti (voto 6) ha formato per gran parte della stagione una coppia di ali di grande affidabilità. Talento puro, tatticamente forse più dotato di Venditti ma ancora da sgrezzare completamente.

Andrea Manici, 7: a completare il trio di futuri azzurri, il promettente tallonatore parmense, classe ’90. All’esordio nel Pro12, l’emiliano non ha subito contraccolpi di sorta, adattandosi subito al livello ed all’intensità celtica. Con Maistri del Benetton Treviso, si contenderà negli anni a venire la maglia di numero 2 della nazionale.

Luciano Orquera, 6: sarebbe stata una stagione anonima per Lucianino, se non fosse per le superbe prestazioni sfoggiate in maglia azzurra. Quando veste bianconero, infatti, il numero 10 rende meno delle effettive potenzialità, anche per la forte concorrenza nel ruolo, dove sono stati impiegati spesso Halangahu (voto 6,5) e Buso (voto 6).

Alberto Chillon, 5: per Gajan è stato il titolare della maglia numero 9, nonostante Tebaldi (voto 6,5) abbia maggiore talento e il campo non abbia premiato il mediano classe ’90. Non sboccia mai definitivamente, viaggia fra pochi alti e tanti bassi senza mai lasciare davvero il segno. Può crescere, ma non può più aspettare.

Mauro Bergamasco, 5: a 33 anni, il maggiore dei fratelli padovani ha intrapreso il viale del tramonto. Lo si è visto dalla poca lucidità, dalla poca resistenza alla fisicità altrui, dai pochi nervi saldi, che gli sono costati numerosi cartellini gialli. BergaMauro non è più quello di una volta.

Matteo Pratichetti, 4,5: non è un ‘vecchio’, tanto meno uno sprovveduto qualunque. Semplicemente, non è stata la sua stagione. Il centro romano è mancato soprattutto dal punto di vista caratteriale, oltre che nel gioco, rendendosi protagonista spesso di scene francamente anche ridicole con gli avversari. In teoria, sarebbe una risorsa importante, in pratica, è da ritrovare.

Foto: onrugby.it

daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

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