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Rugby, Italia: dall’estate al prossimo Mondiale, nel segno di Brunel

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Dopo il termine del Sei Nazioni, e quando manca solamente una partita al termine delle franchigie italiane nel Pro12 (Scarlets – Benetton Treviso; Zebre – Munster), la nazionale italiana di rugby è già pronta a ripartire in vista dei test – match di giugno.

Le convocazioni relative al tour che vedrà impegnati gli azzurri nell’Emisfero Sud, più precisamente in Sudafrica per un torneo con gli springboks, padroni di casa, la Scozia e Samoa, saranno ufficializzate in data venerdì 10 maggio direttamente da Jacques Brunel, il quale ha già affermato che ci saranno nuovi innesti come ha fatto capire dalle sue dichiarazioni.
“Ci saranno novità, convocheremo 5 o 6 giocatori mai chiamati prima. Le partite di giugno e quelle di novembre serviranno a fare qualche esperimento a vedere facce nuove: al Mondiale manca poco, una ventina di partite, non abbiamo tempo da sprecare”

Il tecnico transalpino, infine, ha voluto esprimere il suo parere sul prossimo mondiale, il quale avrà luogo in Inghilterra nel 2015, soffermandosi in particolare sugli stadi che ospiteranno la nostra nazionale e le avversarie da fronteggiare, in una pool dove sono state sorteggiate quattro formazioni del continente europeo ed una della zona americana.
Noi ritroveremo ritmi simili a quelli del Sei Nazioni, con sette-otto giorni tra le varie partite, e questo sarà sicuramente importante per preparare al meglio ogni singola gara. Francia ed Irlanda sono le avversarie più temibili del girone, ma al Mondiale, come del resto in ogni test-match internazionale, non potremo permetterci di sottovalutare nessun avversario: è probabile che troveremo Canada o Stati Uniti, che abbiamo affrontato la scorsa estate, ed una tra Georgia e Romania. Tutte squadre solide, fisiche, che se non punteranno alla qualificazione ai quarti saranno comunque decise a lottare per il terzo posto nel girone, che varrà l’automatico accesso ai Mondiali giapponesi del 2019. Mancano due anni e mezzo, ma dobbiamo sapere che ogni partita dovrà essere la nostra finale. Il calendario è ottimo calendario, con tempi di recupero che permetteranno a tutte le Nazionali di esprimersi al meglio delle proprie possibilità.
Giocheremo in due stadi unici al mondo, Twickenham e l’Olimpico – ha concluso il CT – ma soprattutto stiamo parlando di un Mondiale che si giocherà nella patria del rugby, un Paese che ha organizzato una Olimpiade indimenticabile meno di un anno fa e che sicuramente saprà regalare al nostro sport una memorabile edizione della Rugby World Cup”.

michele.cassano@olimpiazzurra.com

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