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Spagna, potenza sportiva o miraggio nel deserto?
Da qualche anno va di moda considerare la Spagna come una potenza sportiva di primo piano, esaltando i suoi grandi successi negli sport olimpici come nei motori. Ma è davvero così? Guardando i fatti in modo più attento ed obiettivo, la risposta è chiara: la Spagna non è mai stata una potenza sportiva a pieno titolo.
Nel medagliere dei Giochi Olimpici di Londra, la Spagna compare in 21ma posizione, con 17 medaglie di cui solamente tre d’oro, due provenienti dalla vela ed una dal taekwondo. Nella storia dei Giochi Olimpici estivi, invece, la Spagna vanta 131 medaglie, poco più della giovane Ucraina e molte meno di Cuba, il Paese di maggior successo tra quelli di lingua spagnola, con 208 metalli.
Questo abbaglio che in molti hanno preso sul valore sportivo della Spagna è da attribuirsi ad una lettura superficiale dello sport. Ci spieghiamo meglio: gli iberici non hanno fatto altro che concentrare tutte le loro risorse economiche ed umane negli sport più seguiti, dal calcio al ciclismo, passando per l’atletica, il basket ed il tennis. Al di là di questi sport, l’unica vera tradizione spagnola negli sport olimpici è quella della vela, che non a caso ha fornito alla Spagna 13 delle sue 37 medaglie d’oro nella storia dei Giochi.
Oggi, poi, lo sport spagnolo deve fare anche i conti con la crisi economica, che in terra iberica si fa sentire più che altrove, nonché con i tanti scandali doping che hanno colpito il ciclismo e l’atletica. Chiaramente, le conseguenze non si vedranno a breve termine: ma quando per questa generazione arriverà il momento del ritiro, sarà difficile vedere ancora la Spagna così in alto. Se un giorno, poi, le autorità spagnole decideranno di dare il via ad una vera lotta al doping, facendo competere i propri atleti ad armi pari con gli altri, allora potremo conoscere il vero valore degli sportivi spagnoli.
giulio.chinappi@olimpiazzurra.com