Ciclismo
Valerio Agnoli, il valore del gregario
Quel termine, “gregario”, racchiude l’essenza del ciclismo. Si potrebbero scrivere pagine e pagine per definire questa straordinaria tipologia di corridore, ma il gregario è, semplicemente, colui che sacrifica le proprie ambizioni personali a vantaggio di un compagno di squadra; molto spesso, un amico.
E’ il caso di Valerio Agnoli con Vincenzo Nibali. Laziale classe 1985, avrebbe tutte le carte in regola per fare la sua corsa, perché in salita tiene il passo dei migliori; Agnoli, tuttavia, è lo scudiero dello Squalo. Il loro sodalizio ciclistico va avanti dal 2008, prima con le maglie biancoverdi della Liquigas, da quest’anno in Astana; la loro amicizia è qualcosa di ben più profondo, basti pensare che è proprio Valerio ad aver presentato a Vincenzo sua moglie Rachele. E quando il capitano chiama, Agnoli c’è. Lo ricordiamo, nel corso della quarta tappa di questo Giro verso Serra San Bruno, accorrere prontamente dall’attuale maglia rosa vittima di un incidente meccanico, passandogli la propria bicicletta; e sacrificando, nonostante un commovente inseguimento al gruppo principale, la propria splendida classifica, che lo vedeva a un passo dalla top five.
Ieri, poi, Agno è stato chiamato ad un supplemento di lavoro; con Paolo Tiralongo e Fabio Aru fuori causa per via di problemi fisici, e Tanel Kangert in difficoltà, è toccato a lui completare il lavoro per il proprio capitano. All’inizio del Montasio, arrancava nelle ultime posizioni del gruppo, prossimo a staccarsi; dopo un cenno dello Squalo, si è portato in testa e ha scandito il ritmo per chilometri e chilometri, al passo preferito del capitano, prima di portare a termine onestamente la propria giornata a circa 6′ dai migliori.
Dura la vita del gregario; le telecamere ti inquadrano quando tiri, ma poi si dimenticano di te. E in pochi, all’arrivo, si chiedono quale sarà la tua posizione. Eppure, se non ci fossero corridori del genere…non esisterebbero nemmeno i grandi campioni.
foto tratta da proteam-astana.com
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