Pallavolo

Volley, una Trento magnifica in una finale magica da scudetto

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Trento è CAMPIONE D’ITALIA. Dopo due anni di digiuno, i Campioni del Mondo conquistano il terzo scudetto della loro giovane storia e si confermano come uno dei club più forti di sempre nell’Universo della pallavolo. Almeno in regime di rally point sistem.

Un trionfo arrivato dopo una stagione particolare. Iniziata non al meglio (Supercoppa persa, brutto esordio in campionato con Vibo Valentia, unica formazione capace di espugnare il Pala Trento), proseguita a un ritmo folle col filotto impressionante dei successi consecutivi, con la conquista del Mondiale per club (il quarto consecutivo) e della Coppa Italia. Resa amara per la precoce eliminazione in Champions League (dannato Golden Set contro la Dinamo Mosca) poi culminata con una cavalcata playoff più facile del previsto. Prima della finale.

 

Nell’atto conclusivo ne abbiamo viste di tutti i colori. Una delle serie finali più belle di sempre, con due squadre fortissime, capaci di darsele di santa ragioni, equilibrate, che si equivalevano in campo. Decidere tutto al tie break di gara5 è segno di un campionato di altissimo livello e quel momento è l’apice di nove mesi davvero spettacolari. Il meglio che potevamo desiderare.

Trento ne è uscita vincitrice su una Piacenza indomita e letteralmente favolosa, davvero a un passo da fare lo sgambetto come nel 2009. Trento ne è uscita perché, anche se di pochissimo, è più squadra. Trento ha trionfato perché è abituata a giocarsi tutto in partite del genere. Trento è Campione d’Italia semplicemente perché ha meritato. Non tanto nella serie specifica, ma nella stagione intera. Era giusto così. Trento sale sul trono nazionale per la terza volta (dopo sei finali consecutive) perché ha più testa, più concentrazione, più capacità di gioco.

Fare l’elogio alla società risulterebbe superfluo. Mosna e compagnia ci hanno ormai abituato a questi livelli di gioco.

Complimentarci col mago Stoytchev è ormai una formalità: il guru della panchina è il regista oscuro, capace di quadrare la formazione, di fare i giusti cambi, di tenere i suoi ragazzi sulla corda.

 

L’MVP ieri sera è andato a Giacomo Sintini. Ha giocato solo un match in stagione, ma quello decisivo. Ha sostituito Raphael con professionalità, nel ruolo più delicato della disciplina. In cabina di regia è stato magnifico, meccanico, preciso e puntuale. Un successo di cui solo lui può quantificare il lavoro. Jack esce da anni difficilissimi, in cui ha lottato contro una gravissima forma tumorale. Pensare che dodici mesi fa non aveva ancora l’idoneità sportiva…Una delle storie più bella del volley, giustamente premiata da chi ha giudicato ieri. Poi un messaggio di incoraggiamento sul podio e una dedica a tutti i malati di cancro. Personalmente non posso che dirgli grazie per quello che ha detto, con la consapevolezza che solo affrontando certi momenti si possono capire certe affermazioni.

Tornando più sul gioco che sui sentimenti, individuiamo in Jan Stokr il top della stagione. Un martello impressionante, onnipresente che non ha mai toppato un incontro. Ogni volta che era chiamato in causa stampava giù il pallone con una facilità disarmante e nei playoff è stata la chiave principale. Per lui la carriera italiana finisce qui: l’anno prossimo c’è il Krasnodar ad aspettarlo e verrà sostituito da Sokolov.

Juantorena, invece, ha incredibilmente deluso. Ancora una volta è arrivata col fiato corto al momento decisivo ed ha giocato ben al di sotto del suo standard. Su nove gare di playoff ha brillato solamente nella gara3 della finale. Per il resto match in chiaroscuro, spesso al di sotto dei 10 punti di media e mai realmente incisivo.

Kaziyski è stato capitano vero e ha capito cosa bisognava fare in ogni singolo momento. Sacrificandosi per la squadra, ha poi inciso quando bisognava farlo.

Birarelli è stato uno dei migliori della post-season e i suoi muroni sono stati decisivi per respingere gli attacchi avversari al titolo. In gara5 è stato accompagnato da un sorprendente Burgsthaller, ma in generale Djuric gli ha fatto buona guardia.

Abbiamo detto di Sintini. Ma è chiaro che dietro a tutto questo ci sta un magico Raphael, uno dei palleggiatori migliori al Mondo, imprevedibili e dalle cui mani è uscito il successo di questa formazione davvero meravigliosa completata dai liberi Colaci e Bari, alternatisi a difesa del tricolore.

 

stefano.villa@olimpiazzurra.com

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