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Boxe, Mangiacapre: “Ho pagato il cambio di categoria, ma ora voglio vincere”
Vincenzo Mangiacapre è il talento più puro della nuova generazione della boxe italiana, ennesimo prodotto della inesauribile scuola di Marcianise.
Salito alla ribalta con i bronzi agli Europei ed ai Mondiali del 2011, il superleggero campano si è consacrato alle Olimpiadi di Londra 2012 agguantando il gradino più basso del podio.
Pochi mesi dopo quel risultato prestigioso, Mangiacapre decise di sposare il progetto delle World Series of Boxing con gli Italia Thunder. Una scelta difficile, considerando che l’azzurro, per prendervi parte, è salito di ben due categorie, passando dai -64 ai -75 kg: in questo sport è tutt’altro che semplice metabolizzare in poco tempo un così importante mutamento di peso e categoria. L’esperienza nella manifestazione ha regalato tre vittorie in altrettanti incontri al pugile campano. Poi il complicato ritorno ai superleggeri, con settimane trascorse con l’intento di perdere peso a prezzo di immani sacrifici. Fino alla sconfitta al primo turno ai Campionati Europei di Minsk con l’ingelse Samuel Maxwell, peraltro con un contestatissimo verdetto non unanime.
Mangiacapre ora insegue una nuova serenità, meditando un pronto riscatto sin dai Giochi del Mediterraneo di Mersin 2013 che prenderanno il via domani. Terminata la manifestazione turca, il boxer di Marcianise si concentrerà sull’obiettivo principale della sua stagione: salire sul tetto del mondo.
Le premature eliminazioni in un torneo in Finlandia ed agli Europei di Minsk hanno posto il sigillo ad un periodo in cui i risultati faticano ad arrivare: cosa non ha funzionato?
“Beh, ultimamente sento molto criticare il pugilato dilettantistico ed i pugili, sia per il loro essere dipendenti statali sia per la loro attitudine a non compiere più sacrifici dopo piccoli risultati importanti! Detto ciò, posso dirti di avere pagato dazio soprattutto nel ritornare al mio peso naturale. In Finlandia non credo di aver disputato un incontro alla Mangiacapre, ma ho perso comunque per preferenza. A Minsk sono partito con un unico obiettivo: l’oro! A parere dei giudici ho vinto per 3-2! Non sono stato poi fortunato con il sorteggio del computer. Quindi è andato tutto bene…per i miei avversari! (In sostanza, secondo tre giudici su cinque, l’azzurro aveva vinto quell’incontro. Ma conta il parere di soli 3 giudici su 5 che vengono sorteggiati dal computer, dunque sono risultati decisivi proprio i due che avevano votato per il britannico, ndr)“.
Ritieni che il nuovo sistema di punteggio non sia così trasparente come lo era il precedente con il conteggio in tempo reale dei colpi tramite le macchinette?
“In molti di noi eravamo ben felici di passare alla valutazione dei giudici, esperienza vissuta in precedenza nella parentesi WSB. Essi posso valutare la prestazione nella totalità della ripresa, possono apprezzare il lavoro svolto in precedenza e valutare i “sacrifici” di noi dipendenti dello Stato e di tutti i pugili in generale. Sono deluso dal semplice fatto che queste decisioni debbano essere falsate dal sorteggio di un computer!”.
Si può dire che hai pagato dazio al cambio di categoria per le World Series? 10 kg non sono affatto pochi. Quanto è stato difficile tornare a combattere nei – 64?
“Tornato da Londra, ho fatto una delle cose che a me piacciono di più: ridere con gli amici davanti ad un bel piatto! Salire ad una categoria di quasi 10 kg superiore per me non è stato affatto difficile. Scendere di peso è ben altra cosa, specie quando hai poco tempo a disposizione. In Finlandia ho dovuto combattere nei 69 kg! Ad oggi posso dirti di aver, in parte, pagato per il cambio di categoria. Mi sveglio ogni giorno con il desiderio di salire sul ring, quindi questo desiderio mi ha reso l’impresa meno pesante e difficile, anche se ho sudato e non poco”.
In futuro quale sarà la tua categoria? E proseguirà la tua avventura con i Thunder?
“Spero di poter rimanere sempre in questa categoria! Mi sento bene a livello fisico e questo è quello che conta di più. La parentesi WSB è tutt’altro che chiusa, visto che molto probabilmente verrà allargata a tutte le categorie. Sarò ben felice di partecipativi”.
Dopo gli Europei, ora insegui il riscatto. Cosa ti aspetti da Giochi del Mediterraneo e Mondiali?
“La delusione di una sconfitta é sempre forte e la mia voglia di riscatto lo è ancora di più. Voglio vincere, voglio essere un vincente e sono convinto di poterlo dimostrare da subito al prossimo imminente appuntamento. La mia risposta è ovvia: voglio l’oro“.
Cosa ti manca per tornare il Mangiacapre di Londra?
“Il Mangiacapre di Londra era un giovane inesperto con tanta voglia di fare. Quello di oggi ha un po’ più esperienza ma la voglia di fare e la voglia di vincere è ancora la stessa. Posso dirti che, visto quello che faccio sul quadrato, mi manca solo la magia dei Giochi Olimpici”.
A caldo, dopo la sconfitta agli Europei, avevi detto di volerti ritirare dal dilettantismo e darti al professionismo. Detto che è un periodo di grande confusione per questo sport con continui cambiamenti regolamentari, hai cambiato idea? Vedi le Olimpiadi di Rio 2016 come un obiettivo?
“Parto dall’ultimo interrogativo e ti confermo che il mio obiettivo è Rio: voglio assolutamente quella medaglia che mi è mancata a Londra. L’arrabbiatura del momento mi ha fatto affermare il mio desiderio di passare ai pro! Da piccolo ho sempre visto in tv i grandi professionisti, mi sono avvicinato al pugilato per puro caso, per perdere peso, e mi sono appassionato guardando i grandi. Alì è l’esempio lampante ed il mio desiderio è quello di passare ai professionisti un giorno! Staremo a vedere quando le parti raggiungeranno il giusto accordo“.
(Intervista rilasciata in esclusiva in data 14 giugno 2013)
federico.militello@olimpiazzurra.com