Scherma
Europei di scherma, bilancio in attivo
Se gli Europei di scherma di Zagabria dovevano dare delle conferme, le hanno date. E non solo per i podi conquistati. Vincere un medagliere fa sempre bene, perché le belle abitudini è meglio mantenerle, ma non è tutto.
Quello che non c’è scritto nei numeri e nelle statistiche, è come sono arrivate quelle medaglie: da tutte le armi, spada, sciabola e fioretto.
La conferma di una magnifica campionessa come Elisa Di Francisca non può che essere una buona notizia. Difficilmente la jesina sbaglia una competizione importante. Veniva da un periodo non esaltante tra Coppa del Mondo e Campionati italiani assoluti, ma si è presa prima l’oro europeo, poi quello ai Giochi del Mediterraneo. Stranamente assente dal podio Arianna Errigo, eliminata ai quarti proprio dalla Di Francisca, l’unica in grado di batterla. Ci sono poi gli ottimi risultati di Carolina Erba e Benedetta Durando, anche loro nelle migliori otto e campionesse a squadre con le prime due. Il fioretto femminile, si sa, non smette mai di produrre talenti, e a Budapest ritroverà Valentina Vezzali.
Non è andata altrettanto bene ai ragazzi, che portano a casa il bronzo individuale di Andrea Baldini e l’eliminazione ai quarti nella prova a squadre . Nessuna preoccupazione però: Andrea Cassarà sentiva ancora dolore alla caviglia infortunata un mese prima in Coppa del Mondo, Valerio Aspromonte ha mostrato una condizione invidiabile, Giorgio Avola, pochi giorni dopo, si sarebbe preso l’oro ai Giochi del Mediterraneo (bronzo per Aspromonte).
La sciabola ha trovato il bronzo di Irene Vecchi, il primo acuto in una competizione così importante per una campionessa dal potenziale straordinario, ancora tutto da rivelare, e in grado di andare a podio nonostante un infortunio con versamento ai muscoli addominali. E poi c’è il terzo posto di Enrico Berrè, 20 anni, al primo anno tra gli assoluti e già protagonista. In Coppa del Mondo si era preso lo scalpo di Alexey Yakimenko, a Zagabria ha fatto altrettanto con Aron Szilagyi, campione olimpico in carica. E poco importa se in semifinale Yakimenko si è preso la rivincita: Enrico c’è ed è già una realtà fantastica, un fuoriclasse in pectore già capace di battere qualsiasi avversario.
Nelle prove a squadre, all’oro dei ragazzi, che ha consegnato all’Italia la vittoria del medagliere, si aggiunge il bronzo delle ragazze. Le note liete derivano soprattutto dal fatto che il titolo maschile è arrivato senza che Aldo Montano tirasse un solo assalto, quello femminile con una squadra profondamente rinnovata e giovanissima. Occhiuzzi, Samele, Berrè, Vecchi, Stagni (argento ai Giochi del Mediterraneo), Gregorio e Sinigaglia. Tutti promossi a pieni voti.
Bilancio in chiaroscuro per la spada: benissimo al femminile, decisamente meno al maschile. L’argento di Francesca Quondamcarlo è una storia così bella che Olimpiazzurra ve l’ha raccontata intervistando la protagonista, una storia di riscatto e di talento. Il quarto posto della squadra, a un passo dal podio, è il sintomo di una ripresa confermata dall’oro di Rossella Fiamingo ai Giochi del Mediterraneo. I ragazzi si sono avvicinati a una medaglia con Enrico Garozzo, fuori ai quarti contro il francese Jerent, mentre nella prova a squadre hanno subito l’eliminazione ai quarti con l’Ucraina. Non un buon risultato, e i primi a saperlo sono loro. Perché tra Tagliariol, Pizzo, Garozzo e Confalonieri, di talento ce n’è da vendere, da vincerci un mondiale. Ed è a quello che punteranno tra poco più di un mese.
gabriele.lippi@olimpiazzurra.com
Twitter: GabrieleLippi1
Foto di Augusto Bizzi