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Ginnastica e Giochi del Mediterraneo: Italia, quante medaglie!

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La ginnastica artistica italiana femminile e i Giochi del Mediterraneo. Una lunghissima storia, piena di tanti successi, di una caterva di medaglie, di molte soddisfazione, di campionesse lanciate.

Il medagliere parla chiaro: 65 podi complessivi, 20 medaglie d’oro, 20 d’argento, 25 di bronzo. E abbiamo portato almeno un’atleta in tutte le finali dal 1971 a oggi (ma questo non è un compito difficilissimo viste le avversarie).

 

Un film che parte dal lontano 1971, a Smirne proprio in quella Turchia dove voleranno le ragazze settimana prossima. Sì, era già la sesta edizione della rassegna dedicata al Mare Nostrum, ma in precedenza le donne non potevano partecipare: bandite quindi le rassegne di Alessandria d’Egitto 1951, di Barcellona 1955, di Beirut 1959, di Napoli 1963 e di Tunisi 1967.

L’esordio, però, fu favoloso. Un oro schiacciante a squadre davanti alla Jugoslavia (sì, la geopolitica è cambiata e molto in questi quarant’anni) e alla Spagna. E a livello individuale la mitica Angela Alberti fece fuoco e fiamme: oro nel generale, al volteggio, alle parallele poi argento alla trave e al corpo libero. Insomma quattro ori e due argenti, un record che sarebbe rimasto imbattuto per 34 anni (e scopriremo da chi). Ma non finì qui perché anche Rita Peri si tolse la soddisfazione di conquistare un oro alla trave (in un podio tutto italiano completato da Gianna Bovani), oltre al bronzo nel concorso generale (pari merito con Gabriella Marchi) e alle parallele. E l’Italia tornò in Patria con addirittura dieci allori (record di sempre).

 

Quattro anni dopo un nuovo successo con la squadra, questa volta davanti alla Spagna e alla Jugoslavia. Ad Algeri riuscimmo ad accaparrarci ancora una volta l’oro nell’individuale generale proprio con Rita Peri che è l’unica azzurra ad essere salita sul podio più importante in due edizioni differenti. A farle compagnia ci fu Valentina Spongia che prese il bronzo (oltre all’argento alla tavola). Ma quella fu la rassegna che consacrò Stefania Bucci, ora allenatrice di Alessia Leolini (che, ironia della sorte, potrebbe volare a Mersin): quarta nell’all-around, seconda al corpo libero ma soprattutto oro al volteggio e alla trave. L’ultima medaglia arrivò ancora grazie a Rita Peri, un argento sugli staggi. E un totale, per il tricolore, di nove medaglie.

 

Nel 1979 a Spalato (allora in Jugoslavia, ora in Croazia) l’Italia fece tripletta con un nuovo oro a squadre davanti a Spagna e Francia. Ma mai nessuno avrebbe immaginato che quello sarebbe stato l’ultimo successo nella specialità per addirittura ventisei anni! La reginetta di quell’edizione fu Laura Bortolaso: argento nel generale, staccata di soli cinque centesimi dalla spagnola Morata; oro al volteggio e al corpo libero; bronzo alle parallele. Le altre due medaglie arrivarono grazie a Donatella Grossi: seconda nell’individuale, terza alla trave.

 

Nel 1983 a Casablanca (Marocco) inizia un periodo di buio. La squadra è solo terza dietro a Spagna e Francia, Laura Bortolaso prende solo il bronzo alle parallele, Patrizia Luconi è seconda al volteggio accanto a Giulia Volpi che è terza, mentre Leonilde Iannuzzi è di bronzo alla trave. La prima rassegna senza ori e che ci mise anche un po’ in difficoltà verso l’Olimpiade di Los Angeles. Italia solo terza dietro a Spagna e Francia. Cinque medaglie finali.

 

Nel 1987 i Giochi del Mediterraneo volano per la prima volta in medioriente, nella lontana Latakia (Siria). Il momento no dell’Italia prosegue: secondi a squadre ancora alle spalle della Spagna, e ci prendiamo solo due medaglie dalle parallele dove Barbara Righetto conquista il titolo e Giulia Volpi un altro bronzo. Solo tre medaglie!

Ad Atene 1991 una vera e propria debacle. Non solo non arrivano ori, ma addirittura ci fermiamo a due sole medaglie: l’argento a squadre ancora dietro alla Spagna e il bronzo di Chiara Ferrazzi nel concorso generale. Il momento peggiore dell’artistica italiana femminile nella storia dei Giochi del Mediterraneo.

 

E la musica non cambiò nel 1993 (spostamento di date per rendere la competizione post-olimpica e non pre-olimpica). Sul suolo della grande nemica Francia, a Linguadoca-Rossiglione, c’erano tante ragazze che poi sarebbero diventate famose: Veronica Servente, che ai Mondiali avrebbe poi esibito il suo movimento al volteggio, vinse ovviamente l’oro alla tavola. Ma le gioie finiscono lì, perché la squadra fu solo di bronzo; Tiziana Di Pilato (ora apprezzata allenatrice) e Ketty Tion non raccolsero nulla, mentre Chiara Ferrazzi si prese il bronzo alle parallele. Ancora solo tre medaglie.

 

La parabola, però, tornò a risalire quattro anni dopo nell’edizione casalinga di Bari. Adriana Crisci si scatenò letteralmente e cercò di placare l’amarezza per non avere potuto partecipare ai Giochi Olimpici dell’anno precedente (cambiò il limite d’età). La torinese proseguì la striscia che aveva aperto con l’argento agli Europei juniores dell’anno precedente: ancora seconda nel generale, ancora seconda alle parallele, poi due bronzi alla trave e al corpo libero ma per assurdo non prese la medaglia all’amato volteggio… L’allora quindicenne fece parte faceva parte di una bellissima squadra che prese l’argento a squadre alle spalle della Francia e davanti alla Spagna. C’era anche la mitica Martina Bremini che fu di bronzo sugli staggi e sulla trave, d’argento al volteggio dove Laura Montagnolo concluse invece al terzo posto. Fu un’incetta di medaglie, ben nove (secondo miglior risultato di sempre), ma non arrivò nemmeno un oro.

 

Nel 2001 la rassegna volava a Tunisi e Ilaria Colombo si fece apprezzare. La giovane brianzola sarebbe poi stata fantastica ai Mondiali dove avrebbe raggiunto una storica finale alla trave, da cui il nostro Paese mancava praticamente da mezzo secolo. Quell’estate non ebbe problemi a conquistare l’oro sui 10cm e a prendere l’argento nel concorso individuale. Monica Bergamelli fu seconda sia al volteggio che agli staggi, mentre Maria Teresa Gargano ci portò il bronzo dal corpo libero. E la squadra si mise al collo ancora l’ennesimo argento, sta volta dietro alla Spagna.

 

Un taboo che saremmo riusciti a sfatare quattro anni dopo nell’indimenticabile Almeria. In Spagna una squadra memorabile conquistò il tanto atteso oro in un volatone a tre con Francia e Spagna (distaccate rispettivamente di due e di tre decimi). Ma quella fu soprattutto la rassegna che fece balzare agli onori una fantascientifica Vanessa Ferrari. Ancora quattordicenne, ancora juniores (regolamento leggermente diverso), la bresciana conquistò l’oro nel concorso generale, al volteggio, alla trave e al corpo libero. Solo Tania gener Cordero le tolse la gioia dell’enplein distaccandola alle parallele per solo mezzo decimo. Quello fu l’avvio di una straordinaria carriera che sarebbe culminata con il titolo di Campionessa del Mondo ad Aarhus nel 2006 e quello di Campionessa Europea l’anno successivo. Almeria ha segnato profondamente Vanessa e chissà che non ritorni a Mersin per ritrovare il filo conduttore. La squadra era completata da Monica Bergamelli e Federica Macrì, fulcro dello squadrone che sarebbe stato d’oro agli Europei di Volos 2006, oltre a Daria Sarkhosh e Ilaria Rosso.

 

Ed arriviamo all’ultima edizione, quella di Pescara 2009. In Abruzzo le ragazze si inchinarono di fronte alla Francia della Dofournet per un solo decimo di punto e si accontentarono dell’argento. Nel concorso generale Elisabetta Preziosa colse un bellissimo argento, mentre Andrea La Spada fu quarta. C’erano le premesse per delle grandissime finali di specialità, ma il bruttissimo incidente proprio della pavese alla tavola destabilizzò l’ambiente e ancora oggi è un amaro ricordo. Lì chiuse la carriera una grandissima promessa dell’artistica italiana, mentre le altre azzurre prendevano i restanti bronzi: Emily Armi al corpo libero, Paola Galante alle parallele e Betta alla trave.

 

Cosa combineranno le nostre azzurre settimana prossima? Noi aspettiamo fiduciosi e vi diamo appuntamento a domani. Non troverete un articolo sui Giochi del Mediterraneo (ripartiremo giovedì quando si avvicineranno le convocazioni di Enrico Casella), ma abbiamo una sorpresa per voi che sicuramente vi piacerà…

 

stefano.villa@olimpiazzurra.com

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