Rugby
Italia-Samoa, le pagelle: azzurri inermi, si salvano in pochi
Netta sconfitta giunta nel pomeriggio per l’Italrugby di Jacques Brunel che, in quel di Nespruit (Sudafrica), viene superata da Samoa con il punteggio finale di 10-39.
Ecco le pagelle:
Andrea Masi, 6: l’estremo aquilano prova a più riprese a suonare la sveglia al XV azzurro, ma alla fine anche lui finisce travolto dalla marea samoana. E’ comunque il migliore dei trequarti, e di questo gliene va dato atto.
Giovanbattista Venditti, 5: irriconoscibile. Gli arrivano pochissimi palloni giocabili e lui non li sfrutta, anche perchè più che ad offendere si deve preoccupare di fermare le continue avanzate degli oceanici che sono in uno stato di forma eccezionale.
Gonzalo Canale, 5: si procura un’opportunità, rocambolesca, per marcare una meta nel primo tempo e non la sfrutta; con il passare dei minuti, inoltre, paga il gap fisico contro i pari ruolo avversari e finisce triturato nelle azioni alla mano di Samoa.
Gonzalo Garcia, 5: giornata nera oggi per i centri italiani. Nel primo tempo si becca un placcaggio che stordirebbe un bufalo e probabilmente rimane scosso per tutta la durata dell’incontro. Si fa notare per un piazzato da dietro la linea del centrocampo che purtroppo, però, termina la sua parabola qualche metro prima dei pali.
Tommaso Iannone, 6: a inizio partita lo trovi ovunque; si adopera per aiutare i compagni e, nonostante sia solo al terzo caps, si intuisce che ha una voglia superiore rispetto agli altri di mettersi in luce. Interrompe la sua partita nella seconda frazione per un problema fisico, ma sicuramente avrà altre occasioni per farsi vedere.
Luciano Orquera, 4: completamente assente. Il giocatore delle Zebre oggi era in crisi nera sia fisicamente sia psicologicamente. In apertura di match sbaglia un calcio facile, prima di marcare, sempre dalla piazzola, gli unici tre punti dell’Italia nel primo periodo. Alla ripresa delle ostilità si fa cogliere impreparato su un calcio-passaggio che spedisce Leiua in meta e fa prendere al match una piega irrecuperabile.
Edoardo Gori, 5.5: il mediano della Benetton all’inizio prova a dare ritmo e soluzioni di gioco ai compagni, ma a Nespruit si intuisce che non è aria per la banda Brunel. Predica nel deserto e quando l’autonomia fisica termina son dolori anche per lui (Tobias Botes: sv).
Sergio Parisse, 5.5: delizia la platea sudafricana con alcuni sottomano cestistici di pregevole fattura che però, talvolta, si rivelano più belli che efficaci. Il capitano cerca qua e là di tappare i buchi che i compagni lasciano sguarniti, ma a volte è troppo anche per uno della sua classe.
Mauro Bergamasco, 5: lo vedi che si impegna e che alla maglia azzurra ci tiene come pochi, già da quando risuonano le note dell’inno nazionale. Purtroppo, però, l’età avanza e la differenza fisica che c’è con i samoani si fa sentire, per Mauro, sempre di più.
Alessandro Zanni, 5.5: anche lui oggi finisce in difficoltà. Lotta come un leone lì, tra le terze linee dove bisogna riconquistare la palla e far ripartire l’azione, ma fatica a causa della stanchezza che, dopo una stagione come quella appena trascorsa, sembra aver prosciugato moltissime energie dal suo immenso serbatoio.
Marco Bortolami, 4.5: fatica ancor più di settimana scorsa contro gli Springboks. Il capitano delle Zebre non viene dalla sua miglior stagione e lo deduce da subito quando, in touche, si fa rubare un paio di palloni che il vero Bortolami non avrebbe mai perso.
Valerio Bernabò, 5.5: il romano ci mette grinta sin da subito e prova, nonostante la giornata durissima, a battagliare in tutte le fasi del gioco. Oggi, però, questo non basta, perchè i samoani sono stati nettamente superiori agli azzurri.
Martin Castrogiovanni, 5.5: in mischia è sempre presente e nel primo tempo vince la battaglia contro Taulafo, ma nel gioco alla mano è affannato e spesso non riesce a contribuire con il suo sostegno ai tentativi azzurri. Anche per lui, probabilmente, vale il discorso fatto per Zanni.
Leonardo Ghiraldini, 6: generoso spezzone di gara per il tallonatore della nazionale e della Benetton. Sfortunatamente è costretto ad abbandonare la contesa, per un problema alla mandibola, lasciando spazio al debuttante Manici.
Alberto De Marchi, 5.5: all’inizio sembra calato in modo perfetto nella partita, ma dopo venticinque minuti comincia ad affievolirsi sia in mischia sia nelle fasi di gioco alla mano, dove peraltro appare a volte poco disciplinato facendo ottenere a Samoa alcuni calci facilmente piazzabili.
Andrea Manici, 6.5: è il migliore degli azzurri. Debutta a sorpresa già nel primo tempo, quando rileva Ghiraldini fermato da un problema fisico. Cerca subito di mettere personalità in tutto quello che fa e oltre al comando della touche tenta anche di farsi notare come ball carrier facendo apprezzare a Brunel le sue doti di ottimo tallonatore.
Michele Rizzo, 6: entra per dare nuova energia in prima linea e si rende partecipe, assieme ai compagni di mischia, dell’unica meta (tecnica) italiana nel match.
Lorenzo Cittadini, 5.5: scende in campo quando ormai la frittata è fatta e si adegua al canovaccio di una partita che per gli azzurri è stata davvero brutta.
Antonio Pavanello, 5.5: con il suo ingresso sul terreno di gioco non fa altro che certificare la crisi di giornata delle seconde linee italiane che in touche hanno palesato molti problemi perdendo tantissimi palloni.
Manoa Vosawai, 6: forse un cambio tardivo il suo. Si mette subito al servizio dei compagni e con la sua imponente mole fisica, nella pochezza italiana di questo pomeriggio, prova a combattere contro gli avanti samoani
Alberto Di Bernardo, 5.5: quando “Beto” subentra ad Orquera è il 42° minuto di gioco e nonostante il punteggio dica 3-15, e ci siano ancora 38 minuti da disputare, la partita è già compromessa. L’apertura della Benetton non aggiunge niente e si limita a dirigere la pochezza della manovra italiana con qualche calcio di spostamento che, però, è inefficace.
Luke McLean, 5.5: oggi non era tra i titolari dopo molto tempo e quando Brunel gli dice di fare l’ingresso sul terreno dello stadio di Nespruit appare un po’ svagato. Prova a dare una piccola scossa nel finale, quando giochiamo anche con un uomo in più, ma questo pomeriggio è stato davvero tutto inutile.
Jacques Brunel, 5: presenta una formazione con sette cambi che non convince lasciando addirittura in tribuna Aguero e Furno, due dei migliori contro il Sudafrica. Le sue certezze odierne si sgretolano davanti all’armata samoana che distrugge gli azzurri con un +29 finale. Qualcosa sarà da rivedere sicuramente, ma in passato il tecnico transalpino ha dimostrato di aver, comunque, sottocontrollo il termometro del gruppo tricolore.
michele.cassano@olimpiazzurra.com
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