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Italrugby all’esame Springboks: un match (quasi) impossibile?

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I media sudafricani, in sostanza, vedono come una passeggiata il test match dei loro Springboks contro la Banda Brunel. Pensieri legittimi da un certo punto di vista, per svariati motivi, accompagnati però da un comprensibile rispetto verso una squadra che nell’ultimo Sei Nazioni ha decisamente voltato pagina e che ha dimostrato di poter mettere in difficoltà chiunque, anche gli All Blacks e soprattutto l’Australia. Alla nuova Italia, dunque, delle tre potenze australi manca solo l’esame Springboks, forse il più ostico in relazione al calendario e alle caratteristiche degli uomini di Heyneke Meyer.

In Sudafrica, a giugno, si è nel pieno della stagione: il Super Rugby è nella sua fase più calda, il Rugby Championship è sempre più alle porte e di esperimenti se ne vedono ben pochi; nel Vecchio Continente, al contrario, è tutto già archiviato ed i tour nell’Emisfero Sud sono l’ideale per lanciare magari nuovi elementi e, in generale, per sperimentare. Ma, soprattutto, la spia della riserva per i nostri azzurri è perennemente accesa, dopo un’annata talmente estenuante e dispendiosa dal punto di vista fisico e mentale, mentre i Boks entrano di fatto nel periodo in cui viene raggiunta la forma fisica ottimale. Solo questo forse basterebbe per descrivere il potenziale dislivello tra le due squadre domani in quel di Durban, ma – purtroppo – c’è molto altro, come ad esempio la stratosferica aggressività e potenza degli avanti sudafricani.

Come per gli azzurri, infatti, anche tra i Boks l’arma in più è rappresentata dai giganti della mischia, dove si deciderà probabilmente il destino dell’Italia al King’s Park. Un reparto impressionante, a partire dalla Bestia, Tendai Mtawarira, coadiuvato in prima da Du Plessis e Strauss, passando per una seconda linea dove Juandre Kruger e Eben Etzebeth possono sfondare in qualsiasi momento e dominare in touche. In terza, poi, Zanni, Barbieri e Parisse sono attesi ad uno scontro titanico con Francois Louw, Arno Botha (al posto di Willem Alberts) e Pierre Spies. Fermarli, probabilmente, è più difficile che sconfiggere gli Springboks nel punteggio, alla luce anche della freschezza fisica ed atletica sicuramente non eccezionale dei nostri guerrieri. Il logorio a cui saranno sottoposti potrebbe essere micidiale e, a quel punto, entrerebbe in gioco una batteria di trequarti (De Villiers al centro, Habana all’ala per citarne due) che magari non avrà lo stesso impatto degli avanti, ma in grado di punire e concretizzare il lavoro ‘sporco’ in un amen.

Per gli azzurri se non si tratta di una Mission Impossible poco ci manca insomma, ma la Banda Brunel ci ha abituato a grandissime prestazioni nonostante fosse palesemente inferiore sulla carta. Servirà soprattutto una grande testa per sopperire al possibile – e probabile – deficit dal punto di vista fisico, oltre che una grande concentrazione.

 

daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

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