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Ciclismo

Marta Bastianelli: “Vorrei andare a Firenze…”

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Storie come quelle di Marta Bastianelli insegnano che chi tiene duro, alla fine vince sempre. Abbiamo già parlato di lei in questo articolo, per celebrare il suo ritorno alla vittoria dopo oltre sei anni, dopo quella magica giornata di Stoccarda nella quale divenne campionessa del  mondo. In mezzo, tanta sofferenza e tante stagioni buie, ma Marta non ha mai mollato e, in questa intervista che ci ha gentilmente concesso, spiega dove ha trovato la forza per andare avanti nonostante tutto.

Marta, a Le Barcarès, traguardo del Tour Languedoc, sei riuscita finalmente a tornare al successo. Cosa significa questo per te?

” La vittoria in Francia mi ha aiutato a rompere il ghiaccio, in una corsa a tappe molto impegnativa nella quale sia io, sia la mia compagna Fabiana Luperini abbiamo ottenuto risultati molto soddisfacenti. Da quel momento, sicuramente, è iniziata per me un’altra stagione“.

Negli anni scorsi la fortuna non ti ha certo sorriso. Non hai mai pensato, nemmeno per un momento, di non farcela?

“Sono riuscita a vivere ciò che mi è successo negli anni scorsi con una certa tranquillità, pur con la consapevolezza di essere finita in una cosa più grande di me. Ho cercato di superare quei momenti con la mia famiglia, che mi è sempre stata vicina. E non posso certo dimenticarmi dei miei tifosi: proprio in quegli anni bui è nato il mio Fans Club, che ha iniziato a progettare le trasferte per il mio rientro in gruppo, e infatti nella prima gara, nonostante fosse al Nord, c’erano più di quaranta persone che volevano gustarsi il mio debutto dopo due anni”. 

Come mai, alla fine della passata stagione, hai deciso di cambiare squadra, passando alla Faren-Let’s Go Finland?

“Cercavo un ambiente più tranquillo e che credesse veramente in me. Questo sicuramente è un team più piccolo, ma lo è solo a livello d’immagine perché per il resto non manca davvero nulla; non è un caso che proprio assieme a queste compagne meravigliose e a questi tecnici, i quali non mi hanno mai fatto mancare la fiducia, sia riuscita a riprendere il filo della vittoria. Susanna Zorzi ed Elena Cecchini erano con me già l’anno scorso e hanno fatto il mio stesso percorso: le vedo tranquille e sorridenti, siamo un bel gruppo”!

Se ti guardi indietro, c’è il Mondiale di Stoccarda, ma ci sono anche tante occasioni che non hai potuto cogliere: pensi di potertele riprendere?

“Stoccarda è un bellissimo ed indelebile ricordo, resterà sempre nella mia memoria. Se invece penso a ciò che ho perso per colpa della squalifica, potrei sbizzarrirmi a dire qualcosa in più, ma non lo faccio perché ora voglio solo guardare avanti. Il futuro non mi spaventa, anzi, voglio proprio sfruttarlo per riprendermi ciò che ho lasciato”.

Quest’anno ci sono i Mondiali a Firenze: la concorrenza in casa azzurra è notevole e di grande livello, però un pensiero ce lo fai?

Vorrei davvero andare a Firenze ed essere competitiva sul tracciato di Fiesole. Non necessariamente per gloria personale, ma anche per aiutare qualche compagna con più chance di me. Indubbiamente tante ragazze sono in gioco per la convocazione, spero che le decisioni vengano prese con i più giusti criteri”.

Come definiresti la vita da corridore?

La vita da corridore è dura soprattutto se hai anche una casa a cui pensare….diciamo che la si fa a 360 gradi. Allenamenti, corse, giusta alimentazione, riposo, massaggi…è davvero impegnativa. Fortunatamente da quasi un anno convivo col mio ragazzo, Roberto De Patre, che mi è di grande sostegno morale perché anche lui è professionista (corre con la Vini Fantini, ndr), quindi ci comprendiamo a vicenda”.

Una curiosità: da dove nasce il tuo soprannome di “Pantera”, con cui ti chiamano i tuoi tifosi?

“Sinceramente non ho idea da dove derivi. Ma ormai me lo tengo”!

foto tratta da ciclismopst.blogspot.com

marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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