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Rugby | Italia, mai più così! Ripartire da quei venti minuti

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Dalla sua postazione in tribuna, nemmeno Jacques Brunel probabilmente riusciva a spiegarsi come fosse possibile uno scontro talmente impari, senza nessuna apparente via d’uscita. Gli Springboks non hanno dovuto nemmeno faticare troppo per imporsi, perché i nostri sono scesi in campo già addomesticati in pratica, in un primo tempo da incubo per i nostri azzurri.

E guai a snocciolare alibi riguardanti la tenuta fisica dell’Italia dopo una lunga stagione, a dispetto di una nazionale che invece sta raggiungendo la piena forma, oppure semplicemente il fatto di giocare contro la seconda potenza mondiale, perlomeno per i primi 30′: avrebbero fondamenta di sabbia. Quello della Banda Brunel è stato un non-approccio alla partita, che ha portato alla pagina più grigia della gestione del tecnico francese: giocatori spenti, scarichi mentalmente, in balia della potenza sudafricana e totalmente assenti in fase offensiva. Un vero e proprio disastro, durante il quale i punti dei Boks potevano essere anche più di 20. Un po’ come Italia-Australia di fine novembre, tant’è anche al King’s Park, infatti, gli azzurri sul finire della frazione hanno tentato di mettere in piedi un abbozzo di (chiamiamola così) reazione, di tutt’altra pasta rispetto al match contro i Wallabies, certo, ma comunque una reazione, una sorta di prologo alla vera mutazione avvenuta nella ripresa

L’Italrugby in versione Mr. Hyde beve l’antidoto e ritorna in campo in versione Dr. Jekyll, facendosi rispettare. Il gioco decolla, la mischia domina e la mediana e i trequarti possono avanzare con sicurezza e determinazione, mettendo alle corde dei sorpresi padroni di casa. La naturalezza con cui Parisse&co. giganteggiano a tratti impressiona  – anche se qualcuno ci ha visto remissività da parte del Sudafrica -, tanto da schiacciare i Boks nei loro 22 almeno per 20 minuti consecutivi. Uno spezzone di gara di un’intensità superba, che sancisce soprattutto il definitivo – e fondamentale – ritorno di Alberto Sgarbi al n°12 e forse l’inizio dell’ascesa di Luca Morisi, talento purissimo dotato di grande tecnica. Tanta roba insomma, ma ne sarebbe bastata ben poca nel primo tempo per arginare le avanzate Springboks e costruire qualcosa di decente in attacco, motivo per cui la debacle iniziale assume sempre più dei contorni enigmatici.

L’ultima parte di gara è l’unica davvero a non fare testo: gli sforzi profusi nella prima metà della ripresa prosciugano gli azzurri, che vedono spuntare uomini in maglia verde da tutte le parti ed in questo caso – ora sì – si potrebbe parlare di tenuta fisica e tutto il resto, visto che gli Springboks correvano a più non posso anche all’80’. Un problema che si ripresenterà anche contro Samoa sabato prossimo, quando la Banda Brunel non potrà certo giocare per soli 20-25 minuti, anche se ad alto livello. Servirà il famoso equilibrio anche nella gestione delle risorse fisiche e mentali ma, soprattutto, la versione tenebrosa del Mr. Hyde dovrà essere soppressa dalla brillantezza del Dr. Jekyll…

Foto: Gallo

daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

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