Scherma
Scherma, intervista esclusiva a Francesca Quondamcarlo: una rinascita d’argento
Il suo argento europeo è stato una della scene più belle del film degli Europei di scherma a Zagabria. Perché Francesca Quondamcarlo una giornata così speciale se la meritava da tempo, e c’era anche andata vicina in qualche occasione. Così come più di una volta le era capitato di pensare che fosse il caso di rimettere le spade nell’armadietto, togliere la maschera, lavare la divisa per l’ultima volta e salutare tutti. Non l’ha fatto, per fortuna, ha scelto di credere in se stessa, che il suo sogno di sempre potesse ancora realizzarsi. E in Croazia ha scritto la prima pagina di una nuova storia.
Olimpiazzurra l’ha intervistata in esclusiva subito dopo il termine della prova a squadre conclusa al quarto posto assieme a Rossella Fiamingo, Bianca Del Carretto e Giulia Rizzi.
Olimpiazzurra: Finalmente, Francesca! Da quanto tempo aspettavi una medaglia così importante?
Francesca Quondamcarlo: «Da tanto. Ero già stata vicina alla medaglia europea, sia a Lipsia nel 2010 sia a Kiev nel 2008, dove ero arrivata negli 8. Questa medaglia è una rinascita per me, dopo un periodo buio. Avevo buone sensazioni da questo inverno ma non riuscivo a esprimermi. Qui ci sono riuscita».
OA: Siete andate vicinissime alla medaglia anche a squadre. Cosa vi è mancato?
F.Q.: «Era assolutamente alla nostra portata, c’è un po’ di delusione ma questa è una squadra nuova, e quest’anno ci è servito per conoscerci, per capirci. Ce la stiamo mettendo tutta per non mollare, sono sicura che le medaglie arriveranno, ne sono certa! Stiamo trovando una sintonia e, nonostante la delusione, non ci arrendiamo. Manca ancora una gara… La Gara».
OA: Vi aspettavate un’Estonia così forte da battervi e arrivare all’oro?
F.Q.: «Non è la prima volta che perdiamo con l’Estonia. È una squadra solida, anche se si poteva fare meglio. Io, in particolare, non ho tirato benissimo contro la Kirpu, un’avversaria con cui di solito mi trovo molto bene. Insomma, diciamo che abbiamo capito che sono stati fatti degli errori».
OA: E la finale per il bronzo con l’Ungheria?
F.Q.: «Era una squadra con cui potevamo vincere, volevamo vincere!! Dovevamo “legnare” un po’ di più su Antal e Budai, perché la bestia nera Szász era in forma e aveva un ritmo altissimo. Ci è mancato qualcosa, ma arriverà presto».
OA: Ad agosto i Mondiali a Budapest, tra tre anni Rio 2016. Tu hai un conto aperto con le Olimpiadi no?
F.Q.: «Non penso ancora a Rio, vediamo cosa succede in questi due anni».
OA: Per gli addetti ai lavori sei sempre stata un grande talento della spada. Cosa ti era mancato finora e cosa ti ha permesso di fare il salto di qualità?
F.Q.: «Il salto di qualità sapevo di averlo fatto, ma solo in Coppa del Mondo con qualche finale e qualche podio. Vorrei essere più costante, solo così potrò pensare di aver fatto un bel salto di qualità.
Per quanto riguarda la tecnica, Oleg Pouzanov ha sicuramente migliorato le mie sensazioni sul ferro e le parate. Per il resto mi porto dietro gli insegnamenti di Gino Pacifico e gli anni del fioretto: amo fare i contro tempi!».
OA: Hai trovato degli amici e delle amiche sulle pedane italiane ed estere?
«Ho trovato un’amica: Bianca Del Carretto. Per me è una persona, un’amica e un’atleta speciale. Mi ha insegnato tanto sia in pedana che nella vita».
OA: Da quando hai iniziato a tirare c’è mai stato un momento in cui ti sei detta: “Ora smetto?”
F.Q.: «Mi è capitato di farlo mille volte, soprattutto dopo Londra (per le Olimpiadi del 2012 non è stata convocata, ndr). Ma questo argento l’ho ottenuto proprio grazie al fatto di non aver mai mollato».
OA: Cosa vedi nel tuo futuro immediato?
F.Q.: «Un po’ di vacanza,un esame all’università e la preparazione per i mondiali. Voglio arrivarci con queste sensazioni e, soprattutto, voglio la medaglia individuale e a squadre. Ce la meritiamo!».
gabriele.lippi@olimpiazzurra.com
Twitter: GabrieleLippi1
Foto di Augusto Bizzi