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Ciclismo

Tour de France 2013: spiegazione di un finale folle

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La centesima edizione del Tour de France si è aperta col botto: non tanto per la vittoria di Marcel Kittel sul traguardo di Bastia, ma per l’incredibile scenario che ha anticipato l’arrivo del gruppo.

Il tutto è stato causato dall’autista dell’autobus del team australiano Orica – GreenEdge, che è rimasto bloccato, con il suo mezzo, sotto il traguardo. Come è stato spiegato dagli organizzatori, gli autobus hanno il diritto di attraversare il traguardo per raggiungere lo spazio a loro destinato, ma devono fermarsi qualche metro prima e chiedere il permesso. In questo caso, il traguardo viene sollevato fino ad un’altezza tale (4,20 metri) da poter consentire il passaggio di tutti i pullman. Ma l’autista dell’Orica ha continuato per la sua strada, impattando inesorabilmente con la struttura dell’arrivo.

A causa dell’incidente, tutto il sistema di cronometraggio è andato in tilt. Inoltre, la giuria ha deciso di anticipare il traguardo a 3 km dall’arrivo, in un momento in cui sembrava che l’autobus non potesse essere rimosso. Negli ultimi km di corsa, è stato annunciato via radio alle squadre che il traguardo sarebbe stato anticipato e che, a causa dell’impossibilità di rilevare i tempi, ci sarebbe stata una neutralizzazione per tutti. A questo si è aggiunta una caduta, avvenuta quando i ciclisti pensavano di dover preparare uno sprint in anticipo, che ha sconvolto ulteriormente la situazione.

Poco dopo, la giuria ha preso atto dello spostamento dell’autobus dalla linea d’arrivo, ed ha comunicato il ripristino del traguardo originale. Ad ogni modo, le colpe non sembrano essere dell’organizzazione del Tour de France, ma della giuria e dell’autista dell’Orica – GreenEdge.

Marc Madiot, direttore sportivo della FDJ, ha incolpato proprio la giuria, presieduta da uno spagnolo: “Il presidente della giuria è ridicolo, ridicolo!”, ha inveito Madiot. “Se ci dicono che l’arrivo è anticipato di tre chilometri, non c’è problema, abbiamo gli auricolari, lo comunichiamo ai corridori, prendiamo dei provvedimenti. Ma cambiare decisione due chilometri dopo! Si tratta di una cosa ridicola! I ciclisti sono dei professionisti, è il loro lavoro. Prendono dei rischi per condurre uno sprint, ma poi cambiano idea così! Quando noi, i corridori e le squadre, facciamo una stupidaggine, veniamo multati. Il presidente di giuria ed i commissari ne hanno fatta una grossa! È il presidente di giuria che è il padrone della corsa, non l’organizzazione. Il presidente di giuria spagnolo non vale niente! Non è stato all’altezza”.

Philippe Mauduit, direttore della Saxo – Tinkoff, la squadra di Alberto Contador, coinvolto nella caduta, ha invece puntato il dito sull’autista dell’Orica: “Non è colpa del Tour, è colpa di un pagliaccio che non conosce l’altezza del suo autobus”.

Immagine: JEFF PACHOUD/AFP/Getty Images

giulio.chinappi@olimpiazzurra.com

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