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U.S. Open 2013: favoriti, outsider e una coppia pronta a stupire ancora

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L’attesa sta per finire. Poco più di 24 ore e al Merion Golf Club di Ardmore lo spettacolo dello U.S. Open 2013 potrà cominciare. Il secondo Major dell’anno (montepremi $ 8.000.000, prima moneta $ 1.440.000) si annuncia elettrizzante ed appassionante, vuoi per la storica difficoltà del torneo e del percorso della Pennsylvania, vuoi per l’ottimo momento di forma in cui vertono molti big del circuito. Gli estremi per quattro round ricchi di colpi di scena, insomma, ci sono tutti.

Meno possibilità, invece, di assistere ad un monologo di chi non riesce a vincere uno Slam proprio dallo U.S. Open 2008, quando Tiger Woods riuscì a trionfare con un ginocchio praticamente devastato. Sembrerebbe l’anno buono per il fenomeno di Cypress, vittorioso in 4 degli 8 tornei disputati (!), ma il 65° posto nell’ultima gara disputata (il Memorial Tournament) ha fatto sorgere qualche dubbi nei suoi confronti. Il favorito numero 1, però, non può che essere lui, anche se magari non è al 100%, perché lui è Tiger ed il più forte sulla carta, nonostante l’impressione è che non sarà un Tiger contro tutti. Oltre a Woods, sono tanti i candidati principali al successo, tra cui Phil Mickelson, altalenante finora ma reduce da un brillante 2° posto nella Fedex St. Jude Classic; Matt Kuchar, due volte vittorioso sul Tour e alla ricerca del primo Major in carriera; Graeme McDowell, particolarmente a suo agio su percorsi ostici, tant’è che ha vinto questo torneo nel 2010; Brandt Snedeker, che dopo il Masters buttato nelle ortiche vuole rifarsi; Sergio Garcia, finora uno splendido perdente ma nulla più. E poi ancora: Keegan Bradley, Louis Oosthuizen, Jason Day, Ernie Els, Justin Rose, Adam Scott (vincitore ad Augusta) e Rory McIlroy, la cui stagione al momento è praticamente da dimenticare.

Lecito, naturalmente, attendersi sorprese, come quella di Webb Simpson lo scorso anno; per il detentore del titolo le speranze di bis sono appese ad un filo, ma un posto tra gli outsider gli spetta di diritto. Proverà ad acciuffare ciò che gli è sfuggito ad Augusta Angel Cabrera, il cui immenso talento nulla ha a che fare con la posizione numero 59 del ranking. Potrebbero recitare la parte della ‘variabile impazzita’ anche Jim Furyk, Jason Dufner, Lee Westwood, Luke Donald, Rickie Fowler, Hunter Mahan e Kevin Streelman, oltre alla coppia d’assi tutta italiana, che ha le carte in regola per rendersi grandi protagonisti.

Matteo Manassero e Francesco Molinari sono pronti a stupire ancora, la forma psico-fisica è quella giusta e i recenti risultati sono un sufficiente biglietto da visita. Insieme al British Open, inoltre, lo U.S. Open sembra il Major più adatto alle caratteristiche dei due azzurri, alla luce del campo corto e della grande precisione – più che la potenza – che il Merion richiede. Il più quotato per un’esaltante prestazione è ovviamente Manassero, atteso ad una prova del 9 dopo il successo a Wentworth e molto considerato oltreoceano come possibile outsider in grado di irrompere prepotentemente nel torneo. Arriva un po’ sotto silenzio Chicco Molinari negli States, ma la sua solidità e la sua classe sopraffina possono far sognare in grande come Manny; entrambi sono pronti al grande salto nei Major, molto probabilmente non arriverà una vittoria, ma l’imprevedibilità è il pezzo forte del golf…

Foto: repubblica.it

daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

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