Oltre Cinquecerchi
U.S. Open: la prima volta di Justin Rose in un Major
Il tabù è sfatato. Justin Rose, talento purissimo e sconfinato, conquista il suo primo Major, la 113ma edizione dello U.S. Open (montepremi $ 8.000.000, prima moneta $ 1.440.000), dopo una lunga rincorsa che dura dal 1998, quando terminò al quarto posto il British Open a soli 18 anni. L’inglese riporta il prestigioso trofeo in terra britannica, inoltre, 43 anni dopo la vittoria di Tony Jacklin e si ritaglia forse un pezzo di storia per aver trionfato su un percorso, quello del Merion Golf Club, di immane difficoltà per chiunque. E per il secondo anno consecutivo, infatti, lo score finale del vincitore è di +1 (281) sopra il par (70), a testimonianza di come il campo di Ardmore sia stato letale durante le quattro giornate. L’unico a non crollare mai è stato Rose, regolare nel riuscire a terminare sempre intorno al par (71 69 71 70), non perdendo la bussola nelle ultime e insidiose buche.
Per un tabù che viene sfatato, ce n’è un altro che continua ad affliggere Phil Mickelson, leader per due giorni prima di scivolare al secondo posto per la sesta volta in carriera allo U.S. Open. Il californiano ha pagato dazio i due doppi bogey alla 3 e alla 5 e nemmeno l’incredibile eagle della 10 è riuscito a risollevare le sue sorti, compromesse irreparabilmente con tre successivi bogey e il +4 (74) di giornata; alla fine sono due i colpi di distanza da Rose (283, +3), per un piazzamento colmo di rimpianti condiviso con un altro che di secondi posti allo U.S. Open se intende, Jason Day, già primo sconfitto nel 2011. Per l’australiano il profumo di uno Slam, comunque, si fa sempre più intenso, dopo l’amaro terzo posto di Augusta, quando era ad un passo dal successo.
Ha ceduto di schianto, nelle ultime quattro buche, Hunter Mahan, autore di un doppio bogey alla 15 quando era appaiato a Rose e di due bogey alla 17 ed alla 18, che ne hanno definitivamente affossato le speranze. Lo statunitense si deve accontentare di un ottimo quarto posto con 285 (+5), alla pari di un Ernie Els sempre competitivo, di un Billy Horschel in pianta stabile tra i migliori e di un Jason Dufner in grande rimonta nell’ultimo round con un 67 (-3). Le prime nove buche estromettono subito dai giochi due tra i più quotati per impensierire Mickelson, Luke Donald e Steve Stricker: l’inglese e lo statunitense perdono rispettivamente cinque e sei colpi, chiudendo in 286 (+6) all’ottavo posto. Entrano nella Top Ten, al 10° posto con 287 (+7), il giapponese Hideki Matsuyama, Rickie Fowler, Gonzalo Fdez-Castano e Nicolas Colsaerts.
Altro round sotto le aspettative per il numero uno al mondo, Tiger Woods, che lascia la Pennsylvania con un +4 e la 32ma posizione (293, +13). Un colpo in più per Rory McIlroy, 41° con 294 (+14), mentre Adam Scott conclude 45° con 295 (+15).
Foto: USGA/John Mummert
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