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Ciclismo

Davide Martinelli in esclusiva: “Sarebbe bello ritornare al Team Sky”

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E’ uno dei nostri migliori talenti a livello di dilettanti e under 23. Stiamo parlando del bresciano Davide Martinelli, classe 1993, che attualmente milita nella Food Italia-MgK Vis-Norda. Di seguito un’intervista esclusiva al giovane corridore della nazionale italiana.

Come valuti la tua stagione fino a questo momento?

“Se dovessi dare un voto alla mia stagione fino ad ora darei 7 e mezzo, poiché ho avuto soddisfazioni, ma ne ho viste altre svanire davanti ai miei occhi spesso e volentieri per sfortuna, soprattutto nella prima parte di stagione.
La definisco una stagione non troppo fortunata ma di crescita, poiché sento di essere migliorato sia in salita che nelle prove contro il tempo.”

Sei il nostro migliore prospetto per le prove contro il tempo. Questo ti crea un po’ di pressione o ti carica ancora di più?

“So che in italia probabilmente siamo leggermente in ritardo rispetto ad altre nazioni, ma la nazionale sta cercando di colmare questo gap. Quando sento dire che sono il futuro delle crono in Italia mi sento orgoglioso e fiero. Spero di riuscire a confermare questo ideale con ottime prestazioni all’estero: io amo questa specialità, la preparo con grinta e dedizione, contro il tempo non ci si può inventare niente. Per andare forte in questa specialità ci vuole un mix composto da buone doti fisiche ma soprattutto una preparazione lunghissima e ci possono volere anche anni per raggiungere certe prestazioni. Tra qualche anno tireremo le somme e vedremo se il lavoro svolto avrà pagato.”

E vicino secondo te il passaggio al professionismo? Lo scorso anno hai svolto uno stage per il Team sky, che punta a vincere il secondo Tour de France consecutivo. Punti di ritornarci un giorno e magari di correre la Grand Boucle?

“Per quanto riguarda il futuro non so ancora dove sarò il prossimo anno. Non ho ancora deciso, ma a breve ci sarà la decisione. La Sky è una grande squadra questo è fuori dubbio, sarebbe bello ritornarci, credo però che sia più adatto a un corridore più esperto rispetto a un giovane, però se ci fosse la possibilità di andarci anche da giovane chi saprebbe mai rinunciare a una chiamata Sky. Credo nessuno, compreso me.”

Tuo papà, Giuseppe Martinelli, è il direttore sportivo dell’astana. Un vantaggio non indifferente rispetto ad altri tuoi colleghi. Che tipo di consigli ti da per le corse?

“Mio papà cerca sempre di consigliarmi al meglio, con la sua esperienza, mi racconta come sono andate corse simili a quelle che devo affrontare a breve, spesso cerca di correggere gli errori che ho commesso in corsa nel ritorno da essa quando è presente a vedermi. Insomma crede in me e mi aiuta, per lui non sono un semplice corridore, sono suo figlio. I migliori consigli sono destinati a me fortunatamente: spesso mi ragguaglia su come comportarmi nel finale, quando siamo davanti alla tv guardando corse di professionisti, mi dice quando è utile muoversi, quando non conviene e quando è presente alle corse basta uno sguardo oltre le transenne che incrocia i suoi occhi e so già cosa fare, se muovermi o no, se correre più avanti o è un momento in cui si può stare in fondo senza stress. C’è feeling e da 2-3 anni a questa parte lo ascolto davvero molto. Prima ero un po’ più sconsiderato nei suoi confronti ma poi ho capito che posso trarre vantaggi dalla sua esperienza e inoltre lo fa per me e per il mio futuro.”

Come vede un giovane come te questo ciclismo che fa più notizia per gli scandali del doping piuttosto che per le performance sulla strada?

“Non voglio spendere parole inutili su pagine brutte del ciclismo che non andrebbero nemmeno scritte. Nel passato ci siamo stampati addosso l’etichetta di sport di dopati, io so che da qualche anno tanto è cambiato e credo fermamente che ora il ciclismo sia uno degli sport più puliti e controllati al mondo. Purtroppo però nel ciclismo come nella vita di tutti i giorni non mancano i “furbi” tra virgolette perché andrebbero definiti in altro modo, ma non voglio sfociare nella volgarità. Sono però convinto che i cosiddetti furbi siano sempre meno e in casi isolati: è stato bello vedere i corridori stessi sui social network prendere le distanza da coloro che sono stati trovati positivi durante questo giro. Qualcosa è veramente cambiato, siamo sulla strada giusta e se noi giovani abbiamo imparato la lezione in qualche anno non saremo più definiti così. Il mio sogno è quello di non sentire più come risposta al fatto che corro in bici, “ah ma cosa prendi”, preferirei invece un: ” quanti chilometri fai al giorno?”. Inseguirò il mio sogno, ci credo.”

I tuoi prossimi obiettivi stagionali?

“I prossimi obiettivi sono gli europei a cronometro in Rep. ceca, previsti settimana prossima a Brno. Mi sono preparato molto bene, spero che il lavoro venga ripagato”.

Quali sono i tuoi idoli nel ciclismo, o nello sport se ne hai altri?

“Beh Fabian Cancellara come va definito se non un idolo? Per me lo è.
Mi piace Vinokourov, perché ha saputo dimostrare chi è dopo un brutto periodo, inoltre la sua grinta è ineguagliabile: doveva smettere nel 2011 dopo aver rotto il femore al tour. Ha cominciato la stagione 2012 senza stress, al Tour è andato forte e appena ha capito che Londra era alla sua portata non se l’è fatta scappare.”

nicolo.persico@olimpiazzurra.com

@nvpersie7

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