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Gianluigi Quinzi: Wimbledon il punto di partenza per una grande carriera

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Fin dalle prime apparizioni su un campo da tennis, Gianluigi Quinzi è sempre stato considerato un predestinato, un possibile campione dello sport italiano, quel giocatore che possa ripercorrere le gesta di grandi come Pietrangeli e Panatta. La vittoria di Wimbledon juniores deve essere un primo tassello per realizzare una tale carriera, ma non può portare un ragazzo di 17anni ad essere già considerato un fenomeno, un campione, un tennista già in gradi di poter lottare con i migliori del mondo, anche se sicuramente il giovane marchigiano è un prospetto straordinario, sul quale poter lavorare per ottenere un possibile numero uno del tennis mondiale.

Nell’ultima settimana sull’erba londinese Quinzi ha dimostrato di avere notevoli qualità, alcune atipiche per un tennista italiano, come il servizio potente di cui dispone e con il quale molte volte si toglie in maniera molto veloce dalle difficoltà. Non si tratta, però, solamente di un ottimo battitore, ma di un ragazzo con ottimi fondamentali da fondocampo, dove sa spingere con una buona continuità, accelerando se è possibile il numero degli scambi. Anche la discesa a rete è migliorata, ma Gianluigi deve capire di giocare nella partita ancora più volee, per variare il proprio attacco e per chiudere con maggior facilità le varie bordate tirate dalla riga di fondo.

Se dobbiamo trovare una pecca nel 17enne di Porto San Giorgio, possiamo pescare nella gestione mentale dell’intera partita. L’impressione è quella di vedere un giocatore sempre al limite, sempre con l’acceleratore pigiato e che non sa ancora rilassarsi all’interno dello stesso match. Nella stessa finale giocata con Chung domenica, Gianluigi ha accusato alcuni passaggi a vuoto, soprattutto di testa, dove si è innervosito per una percentuale bassa di prime palle e per qualche errore di troppo con il dritto, ma quando ha ritrovato la giusta serenità, è riuscito a ribaltare l’esito di un primo set, che sembrava ormai segnato.
Sicuramente il giovane azzurro ha il cosiddetto killer istinct, cioè quella capacità di ammazzare la partita nel momento decisivo e di giocare al meglio i punti che alla fine possono cambiare l’esito di un incontro, proprio come il tiebreak, definito da lui stesso perfetto.

Ora non resta che aspettare la giusta maturazione, che deve iniziare con il giocare i tornei Challenger e magari provare qualche Atp di livello più basso, per poi nei successivi due anni ad entrare nel circuito maggiore e cominciare ad avere un classifica importante tra i primi 100 del mondo. Lo stesso Gianluigi ha tracciato un programma sul suo futuro dopo la vittoria di Wimbledon: “Devo salire un gradino per volta. Ho cominciato a giocare i Future, ora che raggiungo semifinali o finali posso passare ai chalenger. Quando sarò a buon livello anche lì ci saranno gli Atp 250, poi via via i tornei più grandi fino agli Slam. L’obiettivo è vincerne uno, non so quale… So però che se farò tutto per bene seguendo i consigli di chi mi è vicino, allora posso farcela”.

 

andrea.ziglio@olimpiazzurra.com

foto tratta da il post.it

1 Commento

  1. Luca46

    9 Luglio 2013 at 13:31

    La speranza è quella … ma non corriamo troppo, l’esempio di Nargiso mi induce a tenere i piedi per terra. Se nell’atletica sono molti i talenti a non essere sbocciati anche nel tennis ci sono state speranze piu’ rosee purtroppo naufragate.

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