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Golf | Italia e Major: la ripartenza di Molinari; Manassero, così non va

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Gioia e soddisfazione per uno, delusione cocente e anche frustrazione per l’altro. Sono i due mondi opposti di Francesco Molinari e Matteo Manassero dopo l’Open Championship, terzo Major stagionale dai risvolti contrastanti per i Signori del golf italiano. Entrambi cercavano il riscatto dopo le eliminazioni nei primi due Slam, ma solo Molinari ha mostrato quel piglio tipico del grande giocatore, mentre Manassero si è inspiegabilmente arenato nelle ultime posizioni di classifica, uscendo prematuramente ed in malo modo.

La gara di Chicco ci ha fatto ritrovare quel golfista solido e impenetrabile che negli ultimi si era visto davvero troppo poco, tra condizioni fisiche non eccezionali e problemi tecnici specialmente con il putt. Proprio il cambio di allenatore in questo fondamentale ha reso ancor più sicuro il torinese, dalla regolarità impressionante su un link micidiale come quello di Muirfield, dove la qualità dei colpi di Francesco è risaltata in maniera evidente. Il minore dei fratelli del golf ha ridotto al minimo gli errori, reagendo con decisione nei momenti di maggiore sbandamento, motivo principale per cui Chicco non ha quasi mai lasciato le prime 15 posizioni della classifica. E’ mancata soltanto la capacità di attaccare, per portarsi a ridosso dei primi posti e magari provare ad entrare nella lotta al titolo; un pizzico di imprevedibilità in più e il n. 2 italiano avrebbe potuto puntare ad un piazzamento ancor più prestigioso. Nessun rimpianto in ogni caso, perché il 9° posto finale è incoraggiante e infonde fiducia ad un giocatore che, quest’anno, non si sta esprimendo al massimo delle sue potenzialità. Che sia il preludio ad una seconda parte di stagione più brillante e fruttuosa?

Sta diventando un caso preoccupante il rapporto tra Matteo Manassero e i Major, con cui non ha praticamente legato: dal Masters al British, passando per lo U.S. Open, il veronese non è mai andato oltre i primi due giorni di gare. E se ad Augusta e ad Ardmore Matteo ha quantomeno sfiorato l’accesso alle ultime 36 buche, Muirfield non ha lasciato scampo al 20enne azzurro, distrutto dai trabocchetti e da un campo reso durissimo dal sole. La score card, alla fine, recita un incredibile +15, uno dei punteggi più alti fatti registrare da Matteo probabilmente nella sua giovane carriera. Un numero talmente alto che qualsiasi commento sembra superfluo, di troppo. Non si può certo parlare di problemi a livello tattico e/o tecnico, alla luce della stagione soddisfacente finora di Manny per quanto riguarda l’European Tour, quanto di un blocco mentale circoscritto alle prove dello Slam. La speranza è che si tratti di un ‘blocco’ occasionale, dovuto anche alla maggiore pressione con cui Matteo deve affrontare questi tornei, ora che è sbocciato in tutta la sua meraviglia, ora che è inevitabilmente chiamato a tentare il miracolo. Vincere un Major.

 

daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

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