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Golf, tutto pronto per l’Open Championship: favoriti e outsider

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Fascino impagabile, tradizione secolare, difficoltà uniche per un torneo di golf. E poi i links, autentici capolavori della natura, paesaggisticamente inarrivabili e con mille trabocchetti. In poche parole, l’Open Championship, il più antico dei quattro Major – istituito nel 1860 – e il solo a giocarsi nella patria del golf, la Gran Bretagna, tra Inghilterra e Scozia. Il 2013 è la volta di quest’ultima, con il suggestivo scenario di Muirfield (Gullane, East Lothian) che ospiterà la 142esima edizione dell’Open. Il montepremi non sarà ricco quanto i tornei dello Slam americani (€ 6.042.793), ma l’atmosfera è difficilmente pareggiabile.

I favoriti – Non gioca dal 16 giugno, ovvero l’ultimo round di uno scialbo U.S. Open, eppure il favorito numero uno non può che essere, come sempre, Tiger Woods. La caccia a quel Major mancante continua ormai senza sosta dal 2008, e la lunga assenza dai green può solo aver accresciuto la voglia della Tigre di tornare a ruggire, ora che la spalla sembra essere tornata a posto. I soliti noti gli avversari. Al suo fianco, quasi alla pari, sulla griglia di partenza c’è un Phil Mickleson con il fuoco dentro dopo l’ennesimo smacco dello U.S. Open e la vittoria di domenica proprio su un link scozzese, Castle Stuart. Un biglietto da visita niente male insomma: il mancino di San Diego vuole apporre anche la propria firma nell’albo d’oro del British Open. Ci sono poi i tanti, agguerriti, padroni di casa, la truppa britannica: a guidarla è Justin Rose, motivato più che mai a scrivere la storia dopo aver rotto il ghiaccio a Merion. Tra i nord-irlandesi, Graeme McDowell appare sicuramente più in forma rispetto a Rory McIlroy, lontano anni luce dagli standard a cui ci aveva abituato negli ultimi due anni; GMac, invece, è reduce dalla prestigiosa vittoria all’Open di Francia e può puntare decisamente in alto, verso il secondo Major della carriera. Discorso diametralmente opposto per McIlroy, entrato in un tunnel senza uscita ormai da inizio stagione. Come dimenticare Luke Donald, ancora alla ricerca del primo Major da inserire in bacheca, sebbene provenga da una stagione con pochi alti e qualche basso di troppo; il talento dell’inglese, però, è indiscutibile. La vittoria di fine giugno in Germania ha riproposto con forza il detentore del titolo, il sudafricano Ernie Els, peraltro trionfatore nell’Open del 2002, l’ultima volta in cui si è giocato a Muirfield; impossibile non inserirlo tra i papabili vincenti, così come il grande sconfitto della scorsa edizione, l’australiano Adam Scott, praticamente con le mani sulla  Claret Jug prima di fare harakiri nelle ultime quattro buche. Tenteranno l’assalto ad un torneo dello Slam anche Brandt Snedeker e Matt Kuchar, grandi talenti ma ancora a secco, come l’altro inglese Ian Poulter e lo spagnolo Sergio Garcia, splendidi – ma soltanto – perdenti finora.

Gli outsider – Folto il gruppo ovviamente di chi potrebbe inserirsi nella lotta al titolo anche se meno quotato. C’è il solito Lee Westwood, all’inseguimento di uno Slam che sfugge da oltre 60 tentativi, oltre al trio sudafricano formato da Brendan GraceCharl Schwartzel e Louis Oosthuizen – questi ultimi due un po’ deludenti quest’anno – e ai sempre pericolosi Jason Day e Angel Cabrera. Tra gli americani, possono avere concrete chance Jason Dufner, Bill Haas, Rickie Fowler, Dustin Johnson e Billy Horschel, mentre tra gli europei potrebbero mettersi in evidenza il tedesco Martin Kaymer, lo svedese Henrik Stenson, il belga Nicolas Colsaerts, il danese Thomas Bjorn e lo spagnolo Gonzalo Fdez-Castaño. In questa lista ci entrerebbero di diritto anche i nostri due azzurri, ma questa è un’altra storia… To Be Continued.

Foto: Getty Images

daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

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