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Atletica
I talenti sprecati dello sport italiano (prima parte)
Quante volte si sente parlare di talenti sprecati nello sport, soprattutto in Italia? Tanti atleti, infatti, raggiungono ottimi risultati da giovani o giovanissimi, per poi sparire nell’anonimato quando giunge il momento di effettuare il salto di qualità. Abbiamo quindi deciso di proporvi alcuni esempi, quelli che riteniamo più eclatanti, a partire dallo sport per eccellenza, l’atletica. Naturalmente, i motivi possono essere differenti da atleta ad atleta: calo di motivazione, infortuni o qualsiasi altra ragione possono causare questo spreco di talenti. La lista che vi proponiamo, naturalmente, non è esaustiva e, a seconda dei criteri utilizzati, potrebbe essere ulteriormente allungata.
Uno dei casi più eclatanti in assoluto, è certamente quello di Marco Vistalli. Lo specialista dei 400 metri piani, infatti, stabilì un ottimo 45”38 nel 2010, ai Campionati Europei di Barcellona, dove si fermò ad un passo dalle finali. Allora Vistalli non aveva ancora compiuto 22 anni ed i suoi crono lasciavano presagire un futuro brillante. Ma in realtà non è più riuscito a migliorare il tempo di Barcellona.
Discorso molto simile per un altro quattrocentista, Claudio Licciardello, che fece segnare un crono di 45”25 alle Olimpiadi di Pechino, quando aveva 22 anni, un tempo mai più ripetuto, visto che successivamente Licciardello non è più riuscito a scendere sotto i 46”.
Nel getto del peso, una promessa fino ad ora mancata è certamente Daniele Secci. L’atleta classe ’92, infatti, ha ottenuto a 19 anni una notevole misura di 18,55 metri, ma anche un 20,61 con il peso di categoria (6 kg). Quest’anno, invece, Secci è fermo a 17,71 metri all’aperto, mentre indoor ha fatto registrare un 18,73 metri che rappresenta solo un piccolo miglioramento rispetto a due anni fa.
Nel 2011, poco dopo aver compiuto 18 anni, Michele Tricca corse i 400 metri in 46”09 a Tallinn, in Estonia. L’ormai ventenne, però, si è fermato a quel crono, facendo registrare un 46”31 l’anno scorso ed addirittura un 47”48 nel maggio di quest’anno.
Anna Visigalli era, da giovane, una saltatrice in alto di ottimo livello. Capace di balzare ad 1,90 metri a soli 20 anni in una gara indoor, la Visigalli ha poi dovuto aspettare i 23 anni per ottenere un 1,89 metri all’aperto, per poi sparire senza lasciare traccia di sé. Nella stessa disciplina, Costanza Zanoletti fece segnare un buon 1,80 metri a 18 anni, per dedicarsi poi allo skeleton.
Da molto, poi, l’Italia non trova un atleta di livello nelle prove multiple: una situazione difficile per chi, come Laura Aceti, si è fermata ai 5249 punti di quando aveva 20 anni.
giulio.chinappi@olimpiazzurra.com
Gabriele Dente
4 Luglio 2013 at 23:05
Limitandoci all’atletica, potrei farvi una lista di nomi lunga un km a partire dagli anni ’80 ma vi risparmio (e mi risparmio) lo strazio, per carità… In ogni caso mi sembra che il nuoto sia anche peggio, visto che ai mondiali giovanili siamo fortissimi e poi tra i seniores vediamo sì e no un paio di atleti competitivi a competizione. Per non parlare poi di altri sport!
Le cause sono diverse, ne abbiamo parlato altre volte. Giustamente Federico parla di atleti spremuti nelle categorie giovanili. Sono molto d’accordo. A me personalmente infastidisce vedere un atleta ormai maturo continuare a gareggiare e vincere coi coetanei fino all’ultimo giorno prima del limite d’età. Che senso ha? Ormai ha dimostrato il suo valore tra i giovani, ha bisogno di gareggiare coi migliori per crescere. A 23 anni un atleta plurimedagliato coi giovani può anche essere troppo grande per rimettersi in gioco coi “grandi”.
Altro motivo, secondo me, è la qualità dei tecnici che in taluni sport mi sembra veramente bassa. Unita a una programmazione federale carente, produce risultati a lungo termine deludenti.
Poi c’è la difficoltà oggettiva di fare sport ad alto livello in un paese in cui la politica talvolta è addirittura ostile allo sport (non fatemi citare le uscite di certi politici…).
Luca46
3 Luglio 2013 at 23:35
Se vengono spremuti troppo prima è un problema del settore tecnico e se non vengono valorizzati anche. Evidentemente c’è qualcosa da rivedere. Lo stesso Howe a mio avviso, nonostante qualcosa l’abbia vinta, non ha rispettato le attese.
Federico Militello
3 Luglio 2013 at 14:09
Forse vengono spremuti troppo nelle categorie giovanili…
Luca46
3 Luglio 2013 at 13:29
Quali pensi siano i motivi di questi chiamiamoli fallimenti? Il fatto che i casi siano piu’ di uno mi induce a pensare che un motivo ci debba essere.
Federico Militello
3 Luglio 2013 at 10:48
Grazie Luca!
Luca46
3 Luglio 2013 at 09:21
I miei complimenti per questo sito in generale e nello specifico per l’articolo.