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Ciclismo

I talenti sprecati dello sport italiano (quarta parte)

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Eccoci giunti alla quarta ed ultima parte sui talenti sprecati dello sport italiano. Quest’ultima sezione tratterà del ciclismo, in particolare del ciclismo su strada, facendo riferimento ai risultati dei Mondiali juniores ed Under 23.

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A spiccare nell’albo d’oro dei Mondiali juniores è la tripletta italiana del 2007, quando Diego Ulissi, tra l’altro già medaglia d’oro nel 2006, ebbe la meglio su Daniele Ratto ed Elia Favilli. Proprio Ratto e Favilli stanno pagando più di Ulissi il passaggio al professionismo, visto che l’allora medaglia d’oro si è già tolto qualche soddisfazione importante. Professionista dal 2010, Ratto ha per ora inanellato una sola vittoria, al GP Industria & Artigianato di Larciano proprio in quell’anno. Per Favilli, invece, la vittoria non è ancora arrivata.

Tornando indietro nel tempo, Giuseppe Palumbo si laureò campione mondiale juniores nel 1992 e nel 1993, ma da professionista ha ottenuto solo tre successi, tra i quali il più importante è una tappa del Giro di Vallonia nel 2007.

Tra gli Under 23, l’ultimo italiano a salire su un podio iridato è stato Simone Ponzi nel 2008, a Varese, quando fu preceduto solo dal colombiano Fabio Duarte. Ormai 26enne, Ponzi ha ottenuto tre vittorie in cinque anni di professionismo, compresa una tappa del Giro di Slovenia nello scorso anno.

Uno dei casi più clamorosi è stato poi quello di Leonardo Giordani, vincitore della medaglia d’oro tra gli U23 nel 1999 e passato professionista l’anno successivo, senza mai ottenere una vittoria.

Nella seconda metà degli anni ’90, inoltre, fu sprecata un’intera generazione di specialisti delle prove contro il tempo: parliamo di Luca Sironi e di Fabio Malberti, medaglia d’oro a cronometro nella categoria Under 23 rispettivamente nel 1996 e nel 1997, ma anche di Gianmario Otrenzi, bronzo nel 1998, quando a vincere fu Thor Hushovd.

Tra gli junior, invece, si misero in luce a cronometro sia Mirko Lauria, argento nel 1995, che Simone Lo Vano, oro nel 1996, entrambi rimasti praticamente nell’anonimato per il resto delle rispettive carriere.

giulio.chinappi@olimpiazzurra.com

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