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Magica Diamond League a Losanna. Bondarenko da leggenda

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A Losanna se ne sono viste davvero di tutti i colori. L’ottava tappa della Diamond League, il circuito itinerante dell’atletica leggera, ha regalato delle prestazioni di assoluto rilievo, delle emozioni incredibili e un momento che stava per infiammare tutti gli appassionati.

 

Bohdan Bondarenko ha riscritto un pezzo della storia del salto in alto e stava per entrare nella leggenda dell’atletica leggera. L’ucraino, grande sorpresa della stagione, si presentava all’Athletissima col personal best di 2.36, realizzato solo quattro giorni fa.

Oggi, però, davvero ispiratissimo arrivava fino a 2.39 con percorso netto e a quel punto fiutava l’impresa: tentare i 2.41, un centimetro meglio del mondiale stagionale di Barshim, una misura che non veniva superata da 19 anni! Bondarenko, alla terza prova, scavalca sontuosamente l’asticella, con una tecnica sopraffina e diventa il quarto uomo da over 2.40 (dopo Sotomayor, Sjoberg e Paklin).

Non ne ha ancora abbastanza: vuole il record del Mondo. 2.46, a superare di un centimetro il quasi impronunciabile primato di Sotomayor firmato 27 luglio 1993. Vent’anni fa. Tre tentativi, ma Bondarenko è ancora acerbo per azzannare la leggenda. Secondo lo statunitense Erik Kynard (2.37, personale), terzo il connazionale Dusty Jonas (2.30). Robbie Grabarz si ferma a 2.24, Dmitrik Aleksey a 2.27: ormai i protagonisti sono altri.

 

Gli uomini jet non vogliono farsi rubare la scena e Tyson Gay si conferma davvero in formissima. Lo statunitense si mangia i 100m in 9.79, seconda prestazione mondiale stagionale dietro solo al suo 9.75 di due settimane fa. Vento al limite (+ 2 m/s), ma il campione a stelle e strisce è, al momento, una spanna sopra ai diretti concorrenti in attesa della risposta che arriverà da Bolt, sabato a Parigi. Secondo un eccezionale Asafa Powell che si getta alle spalle l’infortunio con un ottimo 9.88. Terzo l’altro statunitense Michael Rodgers (9.96). L’eterno Kim Collins registra il record nazionale di Saint Kitts & Nevis con 9.97. Solo settimo Jimmy Vicaut (10.11) che fallisce il tentativo di abbattere il muro dei 10’’.

 

Da valutare il rientro in gara di Fabrizio Donato, che mancava dalla pedana dallo scorso meeting di Rieti. Dopo nove mesi di stop per infortunio, il bronzo olimpico sperava di avvicinarsi ai 17 metri ma si ferma a 16.86: tutto sommato non male e una base su cui lavorare. Certo davanti volano già tantissimo. Il cubano Pedro Richardo è sempre più realtà, si conferma dopo quanto fatto vedere in Patria e vince con 17.58 precedendo Teddy Tamgho (17.40) ormai definitivamente recuperato e il campione olimpico Chris Taylor oggi un po’ sotto tono (17.13).

 

Colpo di scena dal salto con l’asta, una delle gare più attese della serata. I protagonisti  non sembrano al top della condizione e saltano davvero basso. Renaud Lavillenie sbaglia i tre tentativi a 5.62, misura da lui fissata come quota d’ingresso. Clamoroso errore del francese in una stagione che lo sempre visto al top. I 5.72, invece, sono troppi per Bjorn Otto e per Brad Walker (classficati quinti con 5.52), 5.82 sono indigesti agli altri due tedeschi Holzdeppe e Mohr (entrambi classificati con 5.62, ma Raphael secondo insieme ad Augusto Dustra, mentre Mohr quarto per gli errori a 5.42). Ne approfitta così il greco Konstantinos Filippidis che vince con 5.72 superato all terza prova.

 

David Oliver ha voluto fare incredibilmente sul serio sui 110hs (non validi per la Diamond League) e ha lanciato il grido di battaglia. Lo statunitense è volato in 13.03, miglior prestazione mondiale stagionale, precedendo i connazionali Jason Richardson (13.20) e Ryan Wilson (13.27).

Pokerissimo di Abeba Aregawi sui 1500m. La naturalizzata svedese domina la distanza (4:02.11) e fa il vuoto sull’etiope Sifan Hassan (4:03.73, personale) e sulla marocchina Siham Hilali (4:04.58). Con questa vittoria, la Aregawi conquista già matematicamente il diamantone.

Anche Sandra Perkovic infila la quinta vittoria consecutiva e anche per lei arriva, con largo anticipo, il brillante. La campionessa olimpica scaglia il giavellotto a 68.96 (miglior prestazione mondiale stagionale) e supera una buona Yarelis Barrios (67.36) e la lituana Zinaida Sendriute (63.82).

 

Sui 100hs si picchia duro col marchio a stelle e strisce. Con un interessante 12.53 vince Dawn Harper-Nelson davanti a Kellie Wells (12.58) e a Lolo Jones (12.60). Sally Pearson non riesce a ingranare in questa trasferta europea e dopo Birmingham si ferma a 12.69.

Sui 400hs vittoria per il portoricano Javier Culson (48.14) che precede l’eterno rivale Feliz Sanchez (48.58) e il senegalese Mamadou Kasse Hanne (48.72, sì proprio il “nostro amico” che aveva corso “due gare contemporaneamente in due posti diversi”).

 

Sui 400m nuova sconfitta per Amantle Montsho e ancora per un solo centesimo. Questa volta la beffa la statunitense Francesa McCorory (50.36) nonostante sia uscita lentissima dai blocchi (3 decimi il tempo di reazione). Terza la giamaicana Novlene Williams-Mills.

Niente di eccezionale dai 200m, vinti dall’ucraina Mariya Ryemyen (22.61) davanti alle statunitensi Lashauntea Moore (22.67) e Kimberlyn Duncan (22.73).

Il mezzo giro di pista maschile vede la supremazia di Churandy Martina (20.01, dopo aver corso i 100m), davanti al giamaicano Jason Young (20.20) e al norvegese Jasyma Saidy Ndure (20.40).

 

Gara combattuta nel salto in lungo dove spunta la nigeriana Blessing Okagbare che con 6.98 realizza il primato personale. Ci si aspettava qualcosa in più dalla campionessa olimpica Brittney Reese che si ferma a 6.96; terza la britannica Shara Proctor (6.92).

 

3000m siepi femminili tutti etiopi. Vince in volata Hiwot Ayalew (9:17.66) davanti a Sofia Assefa (9:17.69) e a Etenesh Diro Neda (9:24.40).

Anche i 5000m maschili sono tutti etiopi. Primo posto per Yenew Alamirew (13:06.69), secondo Hagos Gebrhiwet (13:07.11), terzo Muktar Edris (13:08.23).

Gli 800m, senza Rudisha, non sono la stessa cosa. Doppietta per l’etiope Mohammed Aman dopo il successo di Birmingham. Questa volta con 1:43.33 a precedere il francese Pierre-Ambroise Bosse (1:44.11) e il polacco Marcin Lewandowski (1:44.31).

 

Nulla di eclatante dal getto del peso. Vittoria per lo statunitense Ryan Whiting (21.88) davanti al connazionale Reese Hoffa (21.58) e al canadese Dylan Armstrong (20.75).

Nel giavellotto prima volta dello svedese Kim Amb (82.62) davanti al norvegese Andreas Thorkildsen (81.54) e al neozelandese Stuart Farquhar (80.42).

 

stefano.villa@olimpiazzurra.com

(foto IAAF)

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