Ciclismo

Nairo Quintana, il campione del futuro

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Sarebbe fin troppo scontato scrivere un editoriale su Chris Froome nella sera del Mont Ventoux, al termine di una giornata che lo ha visto mettere in mostra un dominio a tratti persino imbarazzante. Concentriamoci dunque sull’uomo nuovo di questo Tour e del ciclismo mondiale: su un ragazzo che, per la sua storia e le sue doti da scalatore purissimo, sta sorprendendo giorno dopo giorno, proiettandosi in un futuro a dir poco luminoso: stiamo parlando di Nairo Quintana.

Più di una volta si è discusso della gold generation colombiana, con i vari Urán, Henao e Betancur a rilanciare il ciclismo del paese sudamericano. Quintana è esattamente il tipo di ragazzo e di corridore che ci aspetterebbe dalla Colombia: nato in un piccolo villaggio andino, cresciuto su alture ben superiori a quelle dei passi alpini e pirenaici, lineamenti da indio e voce bassa, quasi timida. In bici è uno scalatore, potenzialmente il miglior scalatore al mondo: sempre in piedi sui pedali, una grande leggerezza e una grande facilità nell’azione dimostrata tornante dopo tornante. Uno stile ben diverso da quello di re Froome, perennemente seduto a far girare le gambe a ritmi impressionanti. Gli scatti di Nairo sono secchi, decisi, senza uno sguardo, senza una riflessione.

Ecco, è questo il punto sul quale il ventitreenne di Cómbita deve migliorare: la tattica. Oggi, forse, era persino superiore all’immenso Froome, eppure non è stato lui a vincere in cima al Mont Ventoux. Troppo scriteriato quell’attacco a 12 km dall’arrivo, troppo presto per chi punta al successo parziale; e troppo ingenuo, poi, ad aiutare lo stesso Froome dandogli i cambi nei momenti più difficili, incurante dei ripetuti tentativi del britannico-poi concretizzatesi-di staccarlo. Storicamente, i sudamericani del ciclismo non hanno mai avuto un grandissimo senso tattico, e forse anche per questo, oltre che per le note difficoltà a cronometro, hanno vinto molto meno di quanto le fantastiche doti da grimpeur avrebbero garantito. Nairo Quintana deve studiare un manuale di tattica ciclistica: ha tutto il tempo del mondo, davanti a sé, per limare questi aspetti e diventare un vero campione. 

foto tratta da vanguardia.com

marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

 

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