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Rugby, diritti tv e tanti (troppi) nodi da sciogliere

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Il problema del rugby italiano, purtroppo, è il solito: la mancanza di programmazione. Prendiamo, ad esempio, i movimenti della federazione gallese, che ha recentemente trovato l’accordo con la BBC fino al 2018 per la trasmissione dei test match autunnali: lungimiranza e, di conseguenza, futuro già scritto con largo anticipo. Quello che servirebbe anche al movimento italiano, per garantire stabilità ad un mondo, quello della palla ovale, alla ricerca di solide garanzie per continuare la propria crescita. E, invece, a poco più di un mese dall’inizio del Pro12 e con test match e Sei Nazioni lontani ma – in casi del genere – nemmeno troppo, non si conoscono ancora (e chissà se si conosceranno) le emittenti televisive che trasmetteranno i match di Benetton Treviso, Zebre e – soprattutto – dell’Italia, come riportato dal portale onrugby.it.

Una questione, quella dei diritti tv, che tiene banco da mesi, con quattro contendenti e un ‘mediatore’, la FIR, che ben poco sembra fare per agevolare una situazione onestamente irritante. Perché se per i test match e il Sei Nazioni c’è ancora tempo (ma dovrebbe essere già tutto deciso) e le contrattazioni appaiono maggiormente intricate, per la lega celtica il discorso sta diventando quasi paradossale. Mediaset, come già scritto a maggio, sembrava aver chiuso la faccenda con un accordo storico per la società di Cologno Monzese, per la prima volta interessata al rugby, addirittura quello di club. Di ufficializzazioni, però, non ne sono ancora arrivate, nonostante alcuni annunci e spot per la prossima stagione che annunciavano la palla ovale su Italia 2. Sarebbe una svolta vitale per uno sport – e per un campionato – che necessita di partite in chiaro, poste anche le capacità di saper vendere un proprio prodotto da parte di Mediaset. La confusione, al momento, però regna sovrana, considerando anche le recenti dichiarazioni del presidente Gavazzi alla Gazzetta dello Sport, che ha ha rivelato di un interessamento di Sky per il Pro12.

Maggiormente ingarbugliata la vicenda che coinvolge l’Italrugby, non per lo ‘scontro’ tra le varie offerte, ma per le difficoltà economiche nell’accontentare le richieste del board internazionale. 16 i milioni da sborsare per il torneo continentale, cifra che fa tremare anche Sky, nonostante l’impressione è che l’emittente satellitare possa fare un ulteriore sacrificio ed accaparrarsi il pacchetto test+Sei Nazioni. Una circostanza che, però, priverebbe la tv in chiaro degli incontri della nazionale di Brunel, inammissibile (giustamente) per Gavazzi: “Nostro interesse è che l’Italia si veda in chiaro” le parole del n.1 della federazione, risalenti a qualche giorno fa, che auspica “un’accoppiata Sky-La7 o Sky-Rai” quantomeno per il Sei Nazioni. Probabilmente la soluzione migliore, che unirebbe la grande qualità della tv di Murdoch alla possibilità di raggiungere un pubblico più vasto da parte delle emittenti in chiaro. Qui, però, sorgono ulteriori intoppi: Urbano Cairo, novello editore di La7, senza mezzi termini ha fatto capire di snobbare il rugby, il che complica enormemente una possibile trattativa, mentre la tv di Stato (che dovrebbe mantenere l’Eccellenza) potrebbe tirare i remi in barca qualora ci fosse da sborsare una somma elevata.

Un quadretto non proprio edificante per il rugby nostrano, insomma. Le soluzioni per risolvere questi deplorevoli enigmi dovrebbero – e devono – arrivare a breve, in ogni caso troppo tardi.

Foto: rabodirectpro12.com

daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

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