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Rugby: quando la palla ovale “sconsacra” le cattedrali del calcio

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Ormai la notizia è diventata di dominio pubblico. Lo stadio Giuseppe Meazza in “San Siro” nel 2015 ospiterà la finale di Heineken Cup di rugby.

Per chi non lo sapesse questa competizione, nata nel 1995 dopo l’avvento del professionismo, è la massima espressione continentale per club e si pone più o meno sullo stesso livello della Champions League vedendo iscritte ai nastri di partenza del torneo 24 squadre.

Certamente l’idea di ospitare per la prima volta in Italia la finale di questo grandissimo evento, per di più all’interno della “Scala del calcio”, ha fatto storcere il naso a molti puritani del gioco del pallone che già il 14 novembre 2009 rimasero contrariati quando la nazionale italiana, guidata da Sergio Parisse, sfidò in un pomeriggio autunnale gli All Blacks in uno stadio gremito di 80.014 spettatori appassionati.

Questa volta però, la sfida appare ben più difficile poichè, se per il XV azzurro e i neozelandesi ci si poteva attendere il tutto esaurito, anche se quattro anni fa il movimento rugbystico italiano non era ai livelli di popolarità attuali, per una partita tra due club che presumibilmente saranno stranieri sembra già tutto più difficile, dal momento che il rischio di un mezzo fiasco è sempre dietro l’angolo.

Potrebbe essere allora proprio questo il momento chiave, assieme alla Coppa del Mondo sempre nel 2015, per il nostro rugby di dare una sterzata e compiere quel definitivo salto di qualità che lo proietterebbe nell’elite mondiale tanto inseguita?

Ai posteri l’ardua sentenza, come avrebbe detto Alessandro Manzoni.

E’ chiaro però che, in caso di successo del piano organizzativo milanese, ma in larga scala di quello di tutto il panorama ovale italiano, l’aver “sconsacrato” un’altra cattedrale del football, dopo aver riempito all’inverosimile lo stadio Olimpico durante gli incontri del Sei Nazioni, colmerebbe d’orgoglio tutta la federazione guidata attualmente da Alfredo Gavazzi, il quale ha ereditato da Giancarlo Dondi, l’uomo a cui va dato il merito politico di aver reso possibile questo evento per la prima volta nel Bel Paese, l’onere e l’onore di rendere possibile questo “miracolo sportivo”.

michele.cassano@olimpiazzurra.com

Foto tratta da: onrugby.it

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