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Scherma, intervista a Bianca Del Carretto: «La spada femminile è forte»

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Due anni fa è arrivata terza in Coppa del Mondo, nel palmares ha importanti medaglie individuali a livello europeo, e un bellissimo oro a squadre del 2009. Pur dovendo ancora compiere 28 anni, Bianca Del Carretto è una delle atlete con più esperienza nella spada femminile italiana. E tra le più forti. Così sarà anche a Budapest, ai Mondiali. Olimpiazzurra l’ha intervistata in esclusiva per sapere come si prepara all’appuntamento più importante dell’anno.

Olimpiazzurra:  Hai vissuto due stagioni difficili. Poi il podio in Coppa del Mondo a Xuzhou. Hai ritrovato fiducia in te stessa?
Bianca Del Carretto: «Sicuramente ho vissuto due stagioni diverse ma accomunate da tanta difficoltà. La seconda parte di quest’anno, mi ha fatto riprovare buone sensazioni, mi sento in crescita e “ritrovata”».

OA: Hai cambiato città e sala d’armi. Cosa ti ha spinto a questa scelta?
B.D.C.: «Già da 4 anni mi ero trasferita a Legnano, da Rapallo, ma, fino alle Olimpiadi di Londra, ho continuato con il maestro Roberto Cirillo, che mi ha cresciuta. Da dopo le Olimpiadi, di comune accordo con Roberto, ho deciso di andare a Milano e cambiare maestro per iniziare a lavorare con Andrea Candiani e ritrovare un po’ gli stimoli che, complice la batosta olimpica, avevo perso. Avevo bisogno di novità».

OA: Nonostante un buon piazzamento agli Europei, sei scivolata fuori dalle prime 16 del ranking. Dovrai fare le qualificazioni a Budapest. Ti spaventano?
B.D.C.: «Il piazzamento agli Europei non è stato buono. Per la condizione e la scherma espressa fino a prima dell’ultimo assalto, avrei dovuto andare avanti. Di conseguenza, mi merito assolutamente di essere fuori dalle 16 e affrontare i gironi e tutte le difficoltà che ne conseguiranno».

OA: La spada è l’arma più imprevedibile nei risultati. Non sempre basta essere i più forti per vincere. Perché?
B.D.C.: «La spada è l’arma più difficile, confermarsi a un certo livello è più complicato che nelle altre specialità. Il motivo principale è l’assenza di convenzione. Le regole di sciabola e fioretto tutelano chi è più tecnico, mentre nella spada, qualsiasi “invenzione” che porti a toccare è valida!».

OA: E poi le gare sono lunghissime. Delle vere maratone. Come le vivete?
B.D.C.: «La lunghezza delle gare non è un problema, siamo forgiati da anni di esperienza che ci aiutano a gestire i momenti di tensione e quelli di stanchezza».

OA: Nel 2009 vi siete laureate campionesse del mondo a squadre. Poi avete trovato altri risultati, ma non siete più riuscite a salire sul gradino più alto del podio.
L’ultima stagione è stata difficile, ma qualcosa è cambiato. Francesca Quondamcarlo si è presa l’argento agli europei, Rossella Fiamingo ha vinto ai Giochi del Mediterraneo. Poi c’è il probabile ritorno di Mara Navarria. Fin dove potete arrivare?
B.D.C.: «Dopo il Mondiale del 2009, siamo arrivate seconde all’Europeo del 2010 e terze al Mondiale di Catania del 2011. Nel 2012, in tre eravamo nelle prime 16 del ranking Fie, ci siamo qualificate alle Olimpiadi con due gare di anticipo… Purtroppo le vere difficoltà sono cominciate da Londra e culminate in un anno non esaltante. Sicuramente ci sono stati dei segnali importanti, l’argento di Francesca ne è forse l’esempio più notevole. Non ci poniamo limiti, possiamo raggiungere qualsiasi risultato, se siamo unite e convinte dei nostri mezzi».

OA: Come stai vivendo l’attesa del Mondiale?
B.D.C.: «Per ora sono piuttosto serena, stiamo lavorando molto, ma, tra noi ragazze, il clima è tranquillo. Il momento più difficile sarà il prossimo allenamento, l’ultimo, quando stanchezza e tensione saranno alle stelle. Speriamo che tutto proceda bene e che, soprattutto, ci porti in alto!».

gabriele.lippi@olimpiazzurra.com

Twitter: GabrieleLippi1

Foto di Augusto Bizzi

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