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Ciclismo

Tour 2013: Quintana, la vittoria della consacrazione. E in futuro sfida a tre…

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Sul Mont Ventoux aveva sparato tutte le cartucce forse troppo presto, attaccando senza troppo criterio con la naturale conseguenza di essere sorpassato da Chris Froome. L’impronta del grande scalatore – anzi – del gran campione, però, si era vista già allora, il resto sarebbe venuto: tanto, a 22 anni, quella sagacia tattica necessaria per compiere il definitivo salto di qualità si acquisisce prima o poi, è solo questione di tempo.

Ebbene, Nairo Quintana di tempo non ne ha voluto perdere poi così tanto. Dalla scalata al monte caro al Petrarca sono passati soltanto 6 giorni, sufficienti al grimpeur colombiano – ma validissimo anche a cronometro – per mettere a punto anche l’aspetto tattico nelle sue strategie di corsa e ovviare all’errore di una settimana fa. Lungo l’ascesa verso Annecy-Semnoz, il corridore della Movistar ha saputo unire, forse per la prima volta, l’immenso talento a sua disposizione, scaltrezza e intelligenza nell’interpretare gli ultimi 5km della tappa, quando con lui erano rimasti soltanto Purito Rodriguez e la Maglia Gialla. I metri tirati da Quintana? Praticamente zero. Il lavoro è stato tutto a carico dell’inglese prima e dello spagnolo poi, con il sudamericano sapientemente e furbescamente in seconda posizione, perché questa volta la tappa proprio non voleva farsela scappare di mano, dopo tanti tentativi andati a vuoto. Lo scatto di Froome ai -1,5km non lo ha scomposto, Nairo lo ha seguito e lo ha staccato con grande agilità, al momento giusto, da ciclista esperto e navigato. Con le braccia alzate, sul traguardo, ci è arrivato lui, per una delle vittorie più meritate di questo Tour de France 2013, perché una Grande Boucle affrontata in questo modo non poteva non essere ripagata con un successo di tappa, che si va ad aggiungere ad un incredibile 2° posto in classifica, alla Maglia Bianca e alla freschissima Maglia a Pois, conquistata proprio con il trionfo a Semnoz. Semplicemente – e inaspettatamente – un fenomeno, e guai a pensare che si tratti di un fuoco di paglia.

Impossibile, di riflesso, non viaggiare con la mente a vele spiegate verso il Tour 2014. Froome vorrà far capire a tutto il mondo del pedale di essere entrati in una nuova era, nella sua era; Quintana, inizialmente destinato a compiti da gregario per Valverde in questo Tour, rivedrà certamente i suoi obiettivi per il prossimo anno, e la Movistar il suo effettivo ruolo, essendo il colombiano anche un discreto cronoman; ovviamente, ci sarà Vincenzo Nibali, che sulle orme dei più grandi ciclisti italiani di tutti i tempi cercherà di mettere il sigillo anche sulla corsa francese. Tralasciando un Alberto Contador su cui non possono che gravare mille incognite, i tre sopraccitati al momento sono sembrati i più forti corridori nel panorama mondiale per le corse a tappe. Forse un’esagerazione, forse no. Quel che è certo, è che una sfida del genere sulle tre settimane appassionerebbe come poche.

Foto: EFE

daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

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