Ciclismo

Tour de France 2013: il pagellone di Olimpiazzurra

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Conclusasi la centesima edizione del Tour de France 2013, terminiamo il nostro viaggio nel raccontarvi la Grande Boucle con il pagellone finale di tutti i protagonisti.

FROOME Chris, voto 9.5: manca il 10 solamente per un’ultima settimana non all’altezza delle precedenti. Tra Pirenei e Mont Ventoux, di fatto, chiude la corsa, sia da un punto di vista prettamente cronometrico che da un punto di vista psicologico, dato che nessuno, a parte Contador, ha poi provato ad attaccarlo seriamente. Nell’ultima settimana deve gestirsi perchè le gambe non sembrano più quelle dell’inizio del Tour. Ha portato finalmente a casa il primo grande Giro della carriera, dopo che aveva concluso al secondo posto sia la Vuelta de España 2011 che il Tour de France 2012.

QUINTANA Nairo, voto 9: Maglia Bianca, Maglia a Pois e secondo posto nella generale, il tutto impreziosito dal successo nella tappa di Annecy-Semnoz il giorno prima dei Campi Elisi. Considerando che è un classe ’90 il futuro è tutto dalla sua parte, sopratutto se sarà in grado di non montarsi la testa. Già quest’anno si è dimostrato a più riprese il più forte in salita, nonostante si difenda bene a cronometro.

RODRIGUEZ Joaquim, voto 8: dopo una prima settimana anonima nessuno avrebbe scommesso sulla sua terza posizione in classifica generale. Invece con il passare delle tappe cresce fino a scavalcare tutti gli avversari diretti per il terzo posto e a conquistare la seconda posizione dietro Quintana nella penultima frazione. È ancora alla ricerca della prima affermazione in una corsa di tre settimane, ma ormai sta facendo l’abbonamento al podio.

CONTADOR Alberto, voto 5:  prima del Tour era considerato il più pericoloso avversario per Froome, ma con il passare delle tappe ha faticato a rimanere addirittura sul podio, scendendone in maniera definitiva nella giornata di sabato. Apprezzabile, certamente, la sua attitudine all’attacco che però non è stata assolutamente aiutata dalle gambe, mancate assolutamente al Pistolero di Pinto. A quanto pare, sembra sia già proiettato al Tour 2014, ma deve assolutamente invertire una spiacevole tendenza.

KREUZIGER Roman, voto 7: uno dei sui migliori grandi giri in carriera, arricchito ancor di più dall’aver lavorato per Contandor. Chiude, alla fine, quinto a 2’23” dal podio. Un divario colmabile se avesse corso per sè.

MOLLEMA Bauke, voto 6.5: per lunghi tratti è rimasto sul podio, in fine chiude sesto senza aver mai provato a migliorare la sua classifica. Un Tour anonimo che però lo porta ad un’ottima posizione finale, anche se a oltre 4′ dalla Top 5.

FUGLSANG Jacob, voto 6.5: settimo nella generale dopo aver sfiorato anche il successo di tappa, superato solo in volata da Daniel Martin nella frazione di Bagneres de Bigorre.

VALVERDE Alejandro, voto 5.5: perde una decina di minuti per una foratura nel momento più delicato del Tour senza i quali avrebbe lottato per il podio. In ogni caso, nelle successive tappe poi non lascia il segno, non prova ad attaccare da lontano, rimanendo spesso e volentieri troppo passivo, senza nemmeno dannarsi l’anima per Quintana, più forte del mursiano in salita.

KWIATKOWSKI Michal, voto 7.5: chiude secondo nella classifica dei giovani con una miriade di piazzamenti specialmente nelle volate a ranghi ridotti. Non vale ancora i migliori in salita, ma è ancora giovanissimo e i suoi margini di crescita potrebbero essere ancora molto vasti.

BARDET Romain, voto 7: merita una menzione speciale il giovane francese, miglior transalpino nella classifica generale e spesso a ridosso dei migliori nelle tappe più impegnative. È giovane e, considerando anche che non ha mai avuto grossa pressione da parte dei media, potrebbe fare molto bene in futuro.

BAKELATS Jan, voto 7.5: ha conquistato il suo primo successo in carriera nella seconda tappa con una splendida azione, poi ha cercato di tenere duro sulle montagne e ha chiuso 18esimo nella generale.

PORTE Richie, voto 8:  ha avuto una sola defaillance nell’arco delle 3 settimane, che però gli ha impedito di lottare per la Top 10, probabilmente alla sua portata. Per il resto lavora ottimamente per Froome, sopperendo anche ad alcune lacune del Team Sky, spesso troppo inconsistente nelle tappe più impegnative.

SCHLECK Andy, voto 7: non è un corridore finito e l’ha dimostrato, ma ha pagato dazio nelle cronometro e nella terza settimana, in cui il suo corpo non è riuscito a reggere il ritmo dei migliori dato lo scarso allenamento dell’inverno. Un grande giro non si improvvisa ma l’obiettivo del lussemburghese era quello di sentirsi di nuovo un big del ciclismo mondiale.

ROLLAND Pierre, voto 6.5: si è battuto come un leone per conquistare la maglia a pois, che però è finita sulle spalle di Quintana. Ci si aspettava che facesse classifica, ma così non è stato. Deve fare un salto di qualità deciso per dare una svolta positiva alla sua carriera.

COSTA Rui Alberto, voto 8: conquista due splendide tappe e probabilmente avrebbe anche avuto le gambe per stare nella Top 10 se non fosse stato fermato nella tappa dei ventagli per aspettare Valverde. In ogni caso, dopo il successo al Giro di Svizzera porta a compimento anche un ottimo Tour de France. Auspicabile un cambio di casacca per giocarsi le sue possibilità da capitano in un Grande Giro.

CHAVANEL Sylvain, voto 6.5: arrembante ma poco concreto. Ha la solita splendida gamba che lo contraddistingue negli appuntamenti importanti, ma non riesce ad ottenere il successo di tappa tanto cercato.

MARTIN Daniel, voto 6.5: vince una tappa ma per il resto non convince per niente nelle altre tappa impegnative. Per l’ennesima volta non riesce a fare classifica e probabilmente dovrà accontentarsi di un ruolo da comprimario per il resto della carriera.

DE CLERQ Bart, voto 6.5: dopo il successo a Montevergine del Giro d’Italia 2011 torna a farsi vedere con più costanza nelle prime posizioni in salita. Un talento che finalmente sembra pronto a sbocciare in maniera definitiva.

EVANS Cadel, voto 5: è difficile essere protagonisti al Tour dopo aver fatto il Giro, ma l’Evans che si è presentato a questa 100esima edizione della Grande Boucle non era nemmeno lontano parente di quello che abbiamo conosciuto in questi anni e l’età avanza inesorabilmente. Non basta un tentativo nell’ultima tappa per il riscatto.

VAN GARDEREN Tejay, voto 6: un passo, abbondante, indietro rispetto allo scorso anno. È comunque abbastanza giovane e ha dimostrato molta grinta, nonostante non sembrasse al top della condizione.

MALACARNE Davide, voto 6.5: è il migliore degli italiani in classifica generale, ma il voto non è certo per questo traguardo. Si comporta bene, specialmente in supporto ai suoi capitani anche se probabilmente avrebbe gradito maggior libertà. La sua stagione, fino ad ora, è comunque positiva, come il Tour.

CUNEGO Damiano, voto 4.5: il corridore della Lampre è una delle grandi delusioni del 2013. Anche in questo Tour non è riuscito a lasciare il segno. Sembrava volesse provare a fare classifica dopo i piazzamenti del 2011 alla Boucle  e del 2012 al Giro, ma la condizione non gli ha permesso nemmeno di tenere le ruote di Johnny Hoogerland su una salitella al 4%. Tre settimane non di certo memorabili.

GILBERT Philippe, voto 5: Campione del Mondo cercasi. Per la seconda stagione consecutiva la primavera/estate del vallone non sono state all’altezza delle aspettative, anche se il suo obiettivo principale dovrebbero essere i Mondiali. La Maglia Iridata, però, vorrebbe essere immortalata più volte dai fotografi sulle linee d’arrivo.

VOECKLER Thomas, voto 5: abbiamo vissuto tutto il Tour de France aspettando un suo attacco, un suo successo, le sue smorfie, la pedalata sgraziata con il rapportone. Invece nulla di tutto questo. Aveva fatto ben sperare la vittoria di tappa al Delfinato ma la condizione non l’ha supportato. Ha concluso un Tour praticamente anonimo, quasi mai all’attacco.

VOIGT Jens, voto 7.5: abbiamo parlato spesso della sua generosità e della sua caparbietà quando è in fuga. Porta a termine l’ennesimo Tour de France della sua carriera e punta al record assoluto. Un fenomeno.

DE MARCHI Alessandro, voto 7.5: da un punto di vista prettamente prestazionale, probabilmente è stato il migliore degli italiani sia in supporto a Sagan che individualmente. Il 19esimo posto in cima all’Alpe d’Huez testimonia le sue ottime doti.

GERRANS Simon, voto 8: vince una tappa e veste la Maglia Gialla. Probabilmente non avrebbe potuto chiedere nulla di più dal suo Tour de France. Splendido anche il gesto nei confronti di Impey, a cui ha lasciato la leadership della generale, facendolo diventare il primo corridore africano a vestire il simbolo del primato.

SAGAN Peter, voto 7: molti, troppo piazzamenti per cogliere una sola vittoria. Si consola con la prestigiosa maglia Verde ma non è sembrato il solito Sagan, probabilmente affaticato da una primavera corsa a tutto gas da febbraio ad aprile. Inimitabile quando si tratta di fare spettacolo, ma avremmo gradito anche altri successi.

MOSER Moreno, voto 7: l’impresa quasi riuscita dell’Alpe vorrebbe far alzare il voto, ma per il resto il corridore della Cannondale non ha per nulla lasciato il segno. Ha provato a conquistare la Maglia a Pois nel finale di Tour ma non è stato assistito dalla condizione, insufficiente per reggere due fughe consecutive. Si spera che questa prestazione possa dargli la spinta per una seconda parte di stagione più brillante della prima.

HOOGERLAND Johnny, voto 7: condizione approssimativa dopo il bruttissimo incidente subito ad inizio stagione, ma la solita verve avventuriera che lo spinge a cercare più e più volte la fuga, onorando al meglio la maglia di Campione Nazionale. Una nota di merito va anche a lui.

BOOM Lars, voto 5.5: ci si aspetta sempre qualcosa da lui, ma non sembra in grado di offrirlo. Il suo Tour è quasi anonimo anche se da un corridore con le sue doti ci si aspetterebbe altro.

MARTIN Tony, voto 7: vince la prima cronometro, il suo regno, in cui nessuno può permettersi di entrare. Fatica nella seconda ma deve essere promosso. Per il resto, lavora assieme a tutti i suoi compagni per Cavendish.

BENNATI Daniele, voto 7.5: il ventaglio della Saxo-Tinkoff, portato via proprio dall’azzurro, rimarrà assolutamente uno dei momenti più belli di questo Tour. Un’azione di una bellezza sublime, orchestrata alla perfezione da lui e da Tosatto, due colonne portanti della squadra di Contador. La dimostrazione che nel ciclismo anche l’intelletto e la tattica possono fare la differenza.

GREIPEL Andrè, voto 6.5: un successo di tappa e tanti piazzamenti in volata bastano per conquistare una sufficienza abbondante ma ormai ha perso la leadership nazionale e il titolo di avversario di Cavendish. Conclude comunque bene con un secondo posto sui Campi Elisi.

TRENTIN Matteo, voto 8: abbiamo abbondantemente parlato del suo splendido successo nella 14esima tappa, un piccolo capolavoro per come è arrivato. Il corridore trentino ha mostrato tutte le sue caratteristiche, probabilmente arrivando ad avere una maggiore consapevolezza del fatto che può fare anche corsa per se stesso. Forse è leggermente mancato, in alcune situazioni, in appoggio a Cavendish, motivo per il quale era stato originariamente chiamato a prendere parte al Tour. L’unico italiano capace di imporsi in una delle 21 tappe.

KRISTOFF Alexander, voto 7: una costante presenza negli ordini di arrivo quando la corsa si risolve in volata. Non sembra ancora in grado di competere con i migliori velocisti del mondo ma il norvegese ha anche altre caratteristiche. È esemplare la sua capacità di lanciare lo sprint senza il minimo aiuto da parte dei compagni di squadra.

CAVENDISH Mark, voto 6.5:  vince due tappe, ma dal folletto dell’Isola di Man ci si aspetta sempre qualcosa di più. Esce sempre sconfitto nei confronti diretti con Marcel Kittel che sembra prossimo a rubargli lo scettro di re della velocità mondiale. In ogni caso, gestisce benissimo i ventagli per tagliare fuori dalla lotta per il successo gli avversari.

GOSS Matthew, voto 5: desaparecido. In casa Orica, probabilmente, si chiedono cosa stia succedendo al corridore che meno di due anni fa insidiava Cavendish al Mondiale di Copenaghen e che vinceva la Milano-Sanremo 2011. Come il Giro, corre anche il Tour in maniera anonima, risultando pressochè invisibile nell’arco delle 3 settimane.

STEEGMANS Geert, voto 8: quando può compiere il suo lavoro al meglio lo fa come nessun altro in questo momento, pilotando alla perfezione Cavendish, riuscendo a coprirlo totalmente con la sua sagoma imponente.

FERRARI Roberto, voto 7: non al livello di Kittel, Cavendish, Greipel e Sagan, ma spesso e volentieri appena dietro. Il suo Tour è stato positivo dopo un inizio di stagione non facile dopo esser passato alla Lampre.

KITTEL Marcel, voto 10: quattro successi di tappa, sempre vincente nei confronti diretti con Cavendish, tra cui anche quello finale in una Parigi in versione serale. Per il tedesco si tratta di una consacrazione ad altissimi livelli dopo ottime stagione in giro per il mondo. Può migliorare ancora sul passo e in salita ma ha dimostrato di non essere secondo a nessuno come punta di velocità pura.

KIRYIENKA Vasil, voto 4: il simbolo di un Team Sky molto più debole del previsto. Non incide in supporto a Froome per poi finire fuori tempo massimo nella nona tappa. Assolutamente lontano dai suoi standard.

gianluca.santo@olimpiazzurra.com

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