Ciclismo
Alessandro Ballan, un leone mai domo
Impossibile non ricordare, pensando ad Alessandro Ballan, quello scatto decisivo per andare a conquistare il Campionato del Mondo del 2008 a Varese. L’ultimo azzurro ad imporsi nella gara iridata, oltretutto corsa in casa. Un’azione di una bellezza sublime, fantastica in tutta la sua realizzazione, e perfezionata dal secondo posto di Damiano Cunego, mentre Davide Rebellin chiuse quarto.
Da quel momento la fortuna non sembra più essere stata dalla parte del corridore della BMC, il quale ha avuto una marea di problemi fisici che spesso e volentieri non gli hanno permesso di essere protagonista nelle corse a lui più favorevoli. La Parigi-Roubaix e il Giro delle Fiandre, in ogni caso, lo vedono spesso nelle prime posizioni, a dimostrazione di una classe che non se ne andrà mai. Una posizione in bicicletta particolare, ma adatta al fisico singolare del Cammellone, questo il suo soprannome. Quest’inverno un nuovo incidente l’ha messo KO. La situazione, critica ha costretto i medici addirittura ad un’asportazione della milza. La carriera, comunque, non è mai sembrata a rischio, nonostante la gravità dell’infortunio.
La frattura del femore e il periodo di degenza, ovviamente, ne hanno rallentato la preparazione, ma grazie ai Social Network il trevigiano è sempre rimasto in contatto con i tifosi, che hanno anche potuto ammirare le prime uscite in bici di Alessandro. Per questa stagione, senza un’adeguata preparazione, chiedere dei risultati a Ballan è improbabile, ma la vittoria più grande l’ha ottenuta tornando a correre ad inizio giugno. Fino a questo momento il suo miglior piazzamento è stato un 44esimo posto nella seconda frazione dello Ster ZLM Tour.
Nulla di cui preoccuparsi. Per i risultati ci sarà tempo nelle prossime stagioni. Certo, avrebbe fatto piacere vedere Ballan in azione sulle pietre ma a quasi 34 anni non è detto che la sua carriera ad alto livello sia finita, data anche l’importanza dell’esperienza nelle classiche del nord, in cui l’esplosività tipica dei giovani, in particolar modo nella Roubaix, conta meno.
gianluca.santo@olimpiazzurra.com