Atletica
Atletica a scuola: un’accoppiata vincente da ritrovare?
800 ragazzi provenienti da tutta Italia (e dalle Comunità Italiane all’Estero). Questo è il numero principe dei Giochi Sportivi Studenteschi 2012 dedicati agli studenti delle scuole superiori. A inizio giugno due giorni avvincenti di gare a Roma, immediatamente prima del Golden Gala, con tanto di incontro con Usain Bolt e addirittura la diretta streaming sul sito della Federazione.
Questo fa capire quanto possa essere importante il bacino della scuola per l’atletica leggera italiana, ben rimpolpato anche dai Giochi della Gioventù (ormai senza finale nazionale), grande fonte di divertimento del mese di maggio per migliaia di ragazzini delle scuole medie.
La funzione di queste competizioni deve proprio essere quella di far innamorare gli alunni/studenti dell’atletica durante le ore di educazione fisica, con l’intento di spingerli ad andare ad allenarsi seriamente e con costanza nelle varie società. I risultati sono sicuramente di rilievo, perché molti ragazzi/e che hanno partecipato ai recenti Mondiali Allievi hanno seguito questa strada. Ma è una storia che si è sempre ripetuta: grandi campioni sono nati proprio grazie a questo meccanismo (ad esempio Elisa Rigaudo, tanto per citare qualcuno ancora stabilmente in attività).
Ci sono però altri grossi problemi, che impediscono di ottimizzare le potenzialità offerte da questo sistema. Innanzitutto una mancanza cronica di strutture, spesso fatiscenti in alcune zone del Bel Paese che rendono complicata la pratica di un giovane appassionato. Inoltre accade frequentemente che ci sia una pista, ma che i settori di lanci e salti non vengono presi in considerazione per diverse difficoltà: proprio i due ambiti su cui dobbiamo puntare forte nei prossimi anni…
Esiste poi il nodo degli istruttori, spesso volontari spinti dalla passione, che lottano contro mille problemi per dare tutto all’atletica leggera.
E arriviamo poi a una “piaga” assolutamente da risolvere: l’abbandono dell’attività. Passando dalla categoria allievi a quella promesse c’è una dispersione incredibile di atleti che impedisce di costruire una base ampissima da cui attingere a piene mani: più i praticanti sono numerosi, più aumentano le possibilità di ricavarne qualcosa di buono.
Questa è la strada da seguire per migliorare il futuro dell’atletica italiana: puntare sui giovani per rimpolpare quella verde Italia che sembra poterci regalare grandi cose a Rio 2016.
stefano.villa@olimpiazzurra.com
(foto Petrucci/FIDAL)