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Ciclismo

Eros Capecchi, è la Vuelta buona?

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Eros Capecchi fa parte di quella generazione del pedale azzurro che, fino ad ora, ha reso meno di quanto ci si aspettava: con poche eccezioni, gli atleti nati tra il 1986 e il 1987 non sono finora riusciti ad esplodere. Forse la vittoria dell’altro giorno a Burgos servirà a rilanciare definitivamente Simone Ponzi, un altro esponente di queste annate, e forse la prossima Vuelta a España sarà “quella buona” per Eros Capecchi.

Nato a Castiglione del Lago il 13 giugno 1986, è passato professionista giovanissimo, non ancora ventenne, nelle file della corazzata Liquigas. A 22 anni vince la Bicicletta Basca e si proietta dunque in quel novero di atleti che possono puntare alle corse a tappe. In realtà, passano le stagioni ed Eros si limita a qualche, pur importante, piazzamento, facendo spesso da gregario a corridori più blasonati: ritorna al successo al Giro d’Italia 2011, ancora in maglia Liquigas dopo qualche anno in Spagna, vincendo la frazione di San Pellegrino Terme. L’anno scorso, GP Lugano e una certa regolarità nei risultati gli valgono la convocazione, seppur come riserva, per i Mondiali di Valkenburg: ma Eros sente il bisogno di cambiare aria e torna in Spagna, stavolta alla Movistar.

Al Giro d’Italia rinuncia a far classifica; tuttavia, al Giro di Polonia di poche settimane fa ha dimostrato di non aver perso l’attitudine per le corse a tappe, chiudendo al sesto posto nella graduatoria finale prevalentemente grazie alle ottime cose messe in mostra sulle Dolomiti. L’occasionissima che potrebbe dare una svolta definitiva alla sua carriera sarà a fine mese: lui, italiano, capitano di una squadra spagnola alla Vuelta a España, perché Alejandro Valverde sembra intenzionato a cercare qualche successo parziale senza curare la classifica.Eros sa di non poter sbagliare: anche perché in ballo potrebbe esserci una convocazione per i Mondiali di Firenze, in quella Toscana in cui lui, umbro di nascita, vive da sempre. 

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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