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I migliori e i peggiori Paesi nella lotta al doping

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Quando si parla di doping, spesso si parla anche dei differenti metodi che adottano i vari Paesi per combatterlo, in modo più o meno efficace. Vediamo allora quali sono i Paesi che realmente svolgono una dura lotta contro il doping e quelli che invece restano troppo permissivi.

I MIGLIORI

1. Francia
Sin dallo scandalo Festina del 1998, la Francia, in testa alla nostra classifica, ha messo in piedi misure molto dure per punire non solo l’uso, ma anche la somministrazione di sostanze dopanti. Anzi, coloro che rischiano di più sono proprio i medici, le cui condanne possono prevedere anche diversi anni di reclusione. Non contenti, i francesi hanno messo in piedi una megainchiesta guidata dal Senato per conoscere meglio i segreti del doping nello sport professionistico e migliorare le armi per combatterlo.

2. Germania
L’Agenzia Tedesca Antidoping, la NADA, è una tra le più attive in Europa e svolge ogni anno centinaia di controlli. La stessa ammissione di aver utilizzato sostanze dopanti ai tempi della Germania Occidentale, così come avveniva in Germania Orientale, dimostra la volontà di voler lottare per uno sport più pulito. Non va dimenticato neanche che quando i principali ciclisti tedeschi furono coinvolti in casi doping, la risposta fu chiara e decisa: la scomparsa del Deutschland Tour dal calendario ciclistico.

3. Cuba
Cuba rappresenta una vera eccezione nel continente latino-americano: dotata di uno dei pochi laboratori antidoping riconosciuti dalla WADA di tutte le Americhe, l’isola caraibica si fa portavoce di uno sport più pulito, privilegiando le discipline più tecniche. Negli ultimi anni le positività si sono registrate unicamente nel sollevamento pesi, e vengono spesso punite con l’esclusione a vita dalle selezioni nazionali.

4. Italia
L’Italia ha senza dubito iniziato in ritardo a combattere la piaga del doping, ma sicuramente negli ultimi anni ha fatto dei passi importanti. Le pene sono state inasprite e l’opinione pubblica condanna sempre più gli atleti che vengono pescati positivi, mentre un tempo si cercava di giustificarli. Nonostante questo, però, il numero d casi di positività, soprattutto nel ciclismo, resta molto elevato.

5. Spagna
Un po’ come l’Italia, la Spagna ha iniziato tardi a combattere il doping. Ma, a partire dall’Operación Puerto, sia le autorità che i tifosi spagnoli hanno capito che c’era qualcosa che non andava. Le indagini hanno portato a risultati importanti ma, come nel caso dell’Italia, c’è ancora molto da fare e le positività sono ancora troppe.

I PEGGIORI

5. Giamaica
I numerosi casi di positività registrati negli ultimi tempi nell’atletica giamaicana rappresentano solo degli indizi, ma in molti un dubbio si è fatto strada: si tratta solo di pratiche individuali o di doping di squadra? Maggiori verifiche sono necessarie, ma la Giamaica, una delle nazioni leader nell’atletica, deve cercare di far luce su questo problema.

4. Russia
I casi di positività di atleti russi sono ancora troppi: pur essendo una delle potenze sportive europee più importanti, la Russia si trova ancora molto indietro nella lotta antidoping e dovrà cercare di mettersi al passo con le altre. Uno scandalo doping nel pieno delle Olimpiadi invernali di Sochi, ad esempio, sarebbe una pessima pubblicità per lo sport russo.

3.Cina
La Cina è forse l’unico Paese in cui non si verificano mai positività in competizioni interne: quando poi gareggiano a livello internazionale, però, i cinesi vengono spesso pescati nei controlli antidoping. Evidentemente c’è qualcosa che non va all’interno delle federazioni sportive cinesi e dell’agenzia antidoping nazionale.

2. Brasile
Il Brasile si prepara ad ospitare i Mondiali di calcio 2014 e – soprattutto – le Olimpiadi 2016: un biennio nel quale sarà il centro nevralgico dello sport mondiale. Ma, allo stesso tempo, non si presenta nel migliore dei modi: le federazioni sportive brasiliane sono ancora troppo permissive, come ha dimostrato l’insabbiamento delle positività di diversi nuotatori, tra i quali César Cielo, avvenuto diversi anni fa. Assolutamente da rivedere.

1. Turchia
Lo sport turco è malato e la Turchia si prende la nostra maglia nera: dall’atletica al sollevamento pesi, passando per la lotta, le positività di atleti turchi vengono fuori come funghi. Se per la Cina e la Russia il fatto si può giustificare con il numero ingente di atleti di alto livello, lo stesso non si può dire per la Turchia. Nell’atletica, ad esempio, sono pochissimi i turchi che, dopo aver ottenuto un risultato importante, non sono stati coinvolti in scandali doping.

giulio.chinappi@olimpiazzurra.com

1 Commento

  1. randagio

    12 Agosto 2013 at 22:14

    onestamente non riesco a comprendere come si possa annoverare la Spagna tra i paesi “virtuosi” nella lotta al doping, cos’è una barzelletta? rammento a tutti che fino ad oggi per gli spagnoli era lecito doparsi, e che ci sono ancora ben 213 sacche di sanfue sequestrate al dottor Fuentes durante l’opration Puerto che non hanno un nome e che, secondo la magistratura spagnola devono essee distrutte, questa è lotta al doping? sono totalmente d’accordo con i francesi e gli inglesi, non ultima la maratoneta Paula Radcliffe che solo un paio di giorni fa ha chiesto la consegna delle sacche di sangue, altro che lotta al doping, fuori i nomi degli spagnoli dipati poi ne riparliamo.

    • Luca46

      13 Agosto 2013 at 12:35

      Concordo con randagio in la Spagna è uno dei peggiori, praticamente li la lotta al doping non c’è. L’Operacion Puerto è stata una barzelletta e tranne qualche caso è stata praticamente insabbiata.

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