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‘Italia, come stai?’: garanzia scherma, ma…; Bronzini, che fenomeno!

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Secondo posto nel medagliere alle spalle della Russia (clicca qui per prenderne visione), 3 ori (tutti dal fioretto), 6 medaglie complessive (di cui 5 dal fioretto…), una in meno rispetto alle Olimpiadi di Londra 2012 (quando non si disputarono le prove a squadra di spada maschile e sciabola femminile).

Come si può notare dai numeri, dunque, quello concluso a Budapest è stato un Mondiale dai due volti per l’Italia. Certamente positivo nel suo complesso, perché a bottini così ricchi ci ha abituati nel recente passato soltanto la scherma. Ma, risultati alla mano, a brillare davvero sono state solo le compagini del fioretto maschile e femminile, mentre le altre armi hanno vissuto una rassegna iridata al di sotto delle aspettative.

Chi non tradisce proprio mai sono le ragazze del Dream Team del fioretto femminile. In Ungheria si è consacrata finalmente la stella di Arianna Errigo, la cui scherma d’assalto, abbinata ad una fame di vittorie da fuoriclasse di razza, ne fa la più papabile candidata al ruolo di erede di Valentina Vezzali. Quest’ultima, tuttavia, non vuol saperne di abdicare e, dopo aver sfiorato il podio a meno di 3 mesi dalla nascita del secondogenito, rilancia sin da ora la sfida verso Rio 2016. Di certo queste ragazze stanno continuando a scrivere la storia, componendo forse una delle squadre più forti di tutti i tempi dello sport italiano in generale.
Tra alti e bassi (era lecito attendersi qualcosa in più nell’individuale, dove comunque è arrivato il bronzo di Valerio Aspromonte), si conferma al vertice anche il fioretto maschile.
Le note dolenti arrivano dalla spada e dalla sciabola maschile. Le attenuanti non mancano. Nella spada, arma più complicata in assoluto, in campo maschile Paolo Pizzo era reduce da un serio infortunio che lo aveva tenuto ai box per diversi mesi, così come Matteo Tagliariol ha combattuto solo al 50% della forma. Intanto cresce bene Enrico Garozzo, fermatosi ad un passo dal podio. Che dire poi di Mara Navarria, quinta al rientro dalla maternità?
Si può parlare di passo falso anche per la sciabola maschile, dove in rosa figurano nomi come Diego Occhiuzzi, Aldo Montano, Enrico Berré e Luigi Samele che assicurano serenità in vista delle prossime Olimpiadi. In campo femminile, poi, una Irene Vecchi ormai in pianta stabile tra le top5 del pianeta (meritatissimo il bronzo nell’individuale) sta trascinando un gruppo di giovanissime che ha compiuto passi da gigante negli ultimi 12 mesi.

Insomma, la scherma italiana resta una garanzia, ci mancherebbe. Ma chi ha fallito l’appuntamento a Budapest dovrà sedersi ad un tavolo e, con umiltà, capire dove intervenire per sistemare quei dettagli decisivi per tornare a dettare legge.

Alla Route de France, in sostanza il ‘Tour de France’ femminile, abbiamo assistito ad un’impresa titanica da parte di una nostra portacolori, cui purtroppo si è dato poco risalto sui principali organi di stampa nazionali. Giorgia Bronzini si è aggiudicata ben sei tappe consecutive (su otto complessive, prologo compreso!), dominando in volata, ma imponendosi anche come ciclista ormai completa anche su percorsi mossi ed impegnativi. Una fuoriclasse assoluta, capace di vincere tutto da quasi un decennio su pista e su strada. Una fulgida dimostrazione di come l’eclettismo possa portare a risultati straordinari. Chissà che i colleghi uomini non possano prendere esempio…

federico.militello@olimpiazzurra.com

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