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Atletica
Mosca 2013: un Fulmine sotto la pioggia! Bolt, Bolt, Bolt
La pioggia non ferma i Fulmini che sfrecciano comunque quando devono rombare la loro legge. Usain Bolt doma un improvviso nubifragio sbucato fuori a Mosca e diventa Campione del Mondo dei 100m per la seconda volta in carriera. Nella gara regina, il Re si riprende lo scettro che gli spetta di diritto dopo la clamorosa partenza falsa di due anni fa e il titolo (con tanto di record del Mondo) di Berlino 2009.
Non sarà più extraterrestre, sarà più umano, sarà “solo” il primo del Mondo e non l’unico del Mondo, ma non ci sono se e non ci sono ma. Soffre, fatica, suda, combatte ma è ancora lì, sul tetto del Pianeta davanti a tre miliardi di persone incollate per 10” per il mito ancestrale dell’uomo più veloce della Terra.
Un 9.77 di pregevole fattura, in piena linea con le aspettative della vigilia. Un tempo di reazione non eccellente per questo livello (0.163 peggiore solo rispetto a Bailey, ma identico a quello del secondo classificato), un’uscita problematica dai blocchi e a quel punto è costretto a una mini rimonta di Justin Gatlin. Chiude il buco nella prima metà di gara e a questo punto stringe i denti come gli avevamo visto fare solo per battere il primato di Johnson sui 200m. Gli ultimi 40 metri, però, sono una progressione inarrivabile per lo statunitense che si deve accontentare dell’argento (9.85). Nesta Carter arriva relativamente lontano (9.95) davanti agli altri due connazionali Kemar Bailey-Cole (9.98) e Nickel Ashmeade (9.98). Cinque uomini sotto i 10’’, quattro provengono dall’isola dei miracoli.
Ci si aspettava qualcosina di più da Mike Rodgers (sesto, 10.04), mentre Lemaitre onora al meglio la finale (settimo, 10.06): certo dopo il 10’’ della semifinale ci si poteva aspettare qualcosina in più, ma è lui l’unico caucasico che può tenere testa ai mostri. Ultimo James Dasaolu (10.21).
Questo tempo è il primato stagionale di Usain, ma lo possiamo tranquillamente considerare anche il mondiale stagionale visto che in testa alle liste c’è il 9.75 di Tyson Gay, pescato dopato in seguito.
Sesta medaglia d’oro per il Fulmine nella rassegna iridata e ora sono seriamente nel mirino Carl Lewis e Johnson. Nel prossimo weekend i 200m e la staffetta 4×100 per diventare a tutti gli effetti il più grande di sempre.
Uno Usain completamente diverso da quello scanzonato degli anni passati. Pochi show al via, più concentrazione, più sicurezza, più voglia di darsi davvero alla prestazione. Anche se l’ombrello mimato al momento della chiamata entra di diritto nel repertorio di un campione infinito. Bolt, Bolt, Bolt.