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PGA Championship: mostruoso Dufner, ottimi segnali dagli azzurri

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Ha provato a fare il Tiger Jason Dufner, nella seconda giornata del PGA Championship (montepremi $ 8.000.000). Lo statunitense di Cleveland è stato praticamente perfetto all’Oak Hill Country Club, mettendo a referto uno straordinario 63 (-7) – record del campo – con cui balza in testa alla classifica (131 – 69 63, -9). La caccia al primo Major della carriera, ora, è apertissima, ma a Rochester si attendono due giornate finali di fuoco.

A due colpi da Dufner (133, -7), infatti, non ci sono semplici outsider, bensì Adam Scott (65 68), Jim Furyk (65 68) e Matt Kuchar (67 66), pronti a riscaldare i motori per l’assalto al titolo. Henrik Stenson (68 66) conferma il suo incredibile momento di forma, portandosi al quinto posto in compagnia di Justin Rose (68 66), a quota 134 (-6). Settima posizione per Robert Garrigus e Steve Stricker con 135 (-5), davanti a Webb Simpson (giro in 64), Martin Kaymer, Charley Hoffman e Marcus Fraser, al nono posto con 136 (-4).

Giornata positiva per i nostri italiani, tutti e due tranquillamente oltre la linea del taglio (e non era scontato), ma anche qualche rimpianto di troppo. Non è il caso, però, di Francesco Molinari 28° (140 – 72 68, Par) grazie ad un giro in -2 con cui riscatta le sbavature del round iniziale; quattro birdie e due bogey per il torinese, che può guardare con fiducia alle 36 buche finali. Ancora un improvviso ed inspiegabile blackout sul finire del round per Matteo Manassero, 38° con 141(72 69, +1), che alla 16 e alla 17 dissipa in maniera delittuosa quanto di buono costruito nelle 15 buche precedenti; il veronese, infatti, si era issato addirittura fino alla 12ma posizione (-4 provvisorio) con cinque birdie ed un bogey, ma sul più bello al ragazzino la luce si è spenta, con la conseguente realizzazione di un doppio bogey ed un doppio bogey. Importanti, in ogni caso, i segnali lanciati da Matteo, finalmente su ottimi livelli anche in un Major.

Delude ancora e si chiama fuori dalla lotta per il torneo uno spento Tiger Woods, anonimo ed inconcludente con un giro in 70 (pari al par). Il numero 1 al mondo è solamente 38° (71 70, +1), praticamente un altro giocatore rispetto alla belva ammirata una settimana fa ad Akron. Sempre più una sindrome da Major per il fenomeno di Cypress, che è ormai avviato al suo quinto anno senza vittorie in un torneo dello Slam. Si mantiene ad un dignitoso 28° posto Rory McIlroy (140 – 69 71, Par), quantomeno non crollato come successo in molte altre gare dell’anno.

 

daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

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