Rugby
Rugby, All Blacks: basta la parola!
Nel presentare le partecipanti al Four Nations, o meglio il ribattezzato “The Rugby Championship”, quando si arriva alla voce Nuova Zelanda si ha un sussulto: si parla del Rugby, con la R maiuscola.
All Blacks significa prima di tutto il mito della palla ovale. Quindici uomini in maglia nera che sono la proiezione dell’amore di un popolo per il gioco (forse) inventato da Webb Ellis. Il Tri Nations, antenato dell’odierno Championship, ha significato per il mondo del rugby neozelandese una svolta importante: il professionismo. Si potrebbe disquisire per ore sui pro e contro del professionismo nel rugby, e i vecchi amanti del gioco nell’isola della felce è vent’anni che lo fanno, è però inconfutabile che da allora molto è cambiato nel modo di percepire la nazionale di rugby neozelandese.
All Blacks oggi è sinonimo di potenza, perfezione, storia e tradizione che si confondono nel mito. All Blacks è un marchio capace di riempire stadi, vendere maglie, muovere le folle e incollare agli schermi milioni di persone. All blacks è però oggi sinonimo di estrema professionalità: di una squadra che non perde quasi mai perchè cura nel dettaglio ogni aspetto del gioco. All Blacks oggi più che mai è sinonimo di Richie McCaw: se è vero che un solo giocatore non fa mai la differenza, il capitano dei tuttineri è però il vessillo vero del quindici neozelandese. Il suo ritorno in campo ci si aspetta che sia lo squillo di tromba che lancia l’onda nera, e la fermi chi può… se può!
Ecco qui di seguito i convocati per l’esordio coi Wallabies australiani:
Israel Dagg, Ben Smith, Conrad Smith, Ma’a Nonu, Julian Savea, Aaron Cruden, Aaron Smith, Kieran Read, Richie McCaw (capt), Liam Messam, Sam Whitelock, Luke Romano, Owen Franks, Andrew Hore, Tony Woodcock. Reserves: Keven Mealamu, Ben Franks, Charlie Faumuina, Brodie Retallick, Sam Cane, Tawera Kerr-Barlow, Beauden Barrett, Ryan Crotty