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Scherma: le speranze della sciabola azzurra a Budapest

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A due giorni dall’inizio dei mondiali di scherma in quel di Budapest, andiamo alla scoperta della squadra di sciabola azzurra.
Diego Occhiuzzi ci arriva da numero uno del mondo, al termine di una stagione che ha visto la sua prima vittoria in Coppa del Mondo (maturata al Trofeo Luxardo in quel di Padova) e in cui ha bazzicato spesso i piani alti della classifica. Una buona stagione anche per Luigi Samele, a podio in due occasioni (Plovdiv e Chicago) e per il giovane Enrico Berrè, la vera sorpresa dell’Italsciabola al maschile: il ventenne romano ha ottenuto un ottimo bronzo a livello individuale a Zagabria (dopo aver battuto niente meno che il campione Olimpico Aron Szilagyi) ed è stato elemento portante della squadra che ha conquistato il titolo continentale sempre in terra croata. L’unica incognita è rappresentata da Aldo Montano: le doti schermistiche del fenomeno livornese di certo non sono in discussione, ma bisogna vedere come tirerà dopo un anno di quasi inattività per acciacchi vari. Di certo il Campione Olimpico 2004 proverà a difendere con tutte le sue forze il titolo iridato conquistato a Catania due anni fa e se sta bene fisicamente siamo certi che darà spettacolo. Ricordate a Londra cosa fece malgrado tirasse menomato da un infortunio muscolare non ancora del tutto assorbito?
Il campo degli avversari è molto vasto: innanzitutto ci sarà da fare i conti con Aron Szilagy. Il magiaro è Campione Olimpico, è in gara con Occhiuzzi per la Coppa del Mondo e soprattutto sarà spinto dal caldo tifo di tutto il palazzetto. E’ lui l’uomo immagine scelto dagli ungheresi per promuovere l’evento, su di lui posano molte speranze di medaglia dei padroni di casa.
Ma non è il solo accreditato per l’oro: russi (Yakimenko, Kovalev, Reshetnikov e il giovane Ibragimov), rumeni (Dulniceanu fresco campione d’Europa), il coreano Gu Bongil solo per fare alcuni nomi. C’è poi la scuola tedesca e i l’incognita rappresentata dai francesi, sebbene Apithy (il più rappresentativo degli sciabolatori transalpini) abbia dichiarato di sentirsi un outsider per la corsa all’oro.

Passando al settore femminile, la carta migliore del mazzo azzurro è senza dubbio Irene Vecchi: la livornese è al numero 4 del ranking ed è fresca di bronzo europeo conquistato a Zagabria. Una medaglia che rappresenta il suo primo alloro individuale in una competizione continentale o mondiale, e che fa di Irene una seria candidata per il podio. Certo Mariel Zagunis e Olga Kharlan sembrano al momento su un altro pianeta, però il bronzo pare più che alla portata di Irene. Assente la campionessa di Catania, la russa Sofia Velikaya che è in pausa maternità, la logica dei risultati ottenuti sin qui fa si che si vada verso lo scontro finale fra Kharlan e Zagunis, l’una alla ricerca di una prima volta (incredibile che una sciabolatrice di tal caratura non abbia mai centrato un oro mondiale), l’altra del suo terzo sigillo. Nella lotta per il podio c’è da tenere conto anche della greca Vassiliki Vougiouka, della polacca Alexandra Socha (che si è un po spenta dopo l’avvio brillante di stagione), delle russe, della coreana Jiyeon Kim, campionessa olimpica a Londra e numero 3 al mondo. Le francesi (soprattutto Cecilia Berder e Charlotte Lembach) potrebbero essere delle outsider, anche se forse per loro c’è qualche speranza in più per la prova a squadre che non in quella individuale.
Tornando in ambito azzurro, con Irene Vecchi han mosso verso Budapest Ilaria Bianco (solo prova individuale), Rossella Gregorio, Lucrezia Sinigaglia (solo prova a squadre) e Livia Stagni. Ilaria Bianco da Pisa ha una gran voglia di tornare sui livelli che l’hanno portata sul podio a Bologna in Coppa del Mondo, sebbene nelle ultime uscite – Zagabria compresa – sia incappata in prestazioni non molto brillanti. Voglia di riscatto anche per Livia Stagni, uscita prematuramente a Zagabria e al suo secondo mondiale dopo Antalya 2009. Lucrezia e Rossella sono alla prima esperienza in un evento di questo spessore, ma se non pagano eccessivo dazio all’emozione possono dire la loro.

Nelle prove a squadre si riparte dal bronzo thriller della gara femminile e dall’oro in quella maschile, eredità del felice campionato europeo in quel di Zagabria. Le azzurre, due volte a podio anche in Coppa del Mondo, proveranno a inserirsi nella lotta fra Ucraina, Russia (campionesse europee), Stati Uniti e Corea. Un quartetto giovane con il faro di Irene Vecchi per l’Italia; la Russia non ha fuoriclasse ma quattro ottime sciabolatrici (Galiakbarova, Diatchenko, Gavrilova e la giovane Yana Egorian), mentre Ucraina e Usa basano tutto sulle loro capitane, pur disponendo di ottime individualità. Come accennato poc’anzi, attenzione alla Francia: Berder, Boudiaf, Boulay e Lembach sono quattro buone atlete, ma decisamente incostanti, capaci di grandi lampi ma anche di scellerati momenti di black out. Da tenere d’occhio anche la Polonia.
Al maschile l’Italia può contare su un gruppo di altissimo livello, che non per niente ha sbaragliato il campo a Zagabria. Anche qui il pericolo maggiore si chiama Russia, senza escludere l’Ungheria di Szilagy, la Corea di Gu e la Romania di Dolniceanu.
Alla pedana poi il compito di emettere i giudizi definitivi: si parte il 7 con la gara maschile, il 9 la prova femminile, il 10 e il12 le prove a squadre nel medesimo ordine.

photo: Alessandro Gennari

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