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Scherma, Mondiali Budapest 2013. Arianna Errigo: «Sono una che ha fretta»

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Il secondo giorno è bello come il primo. Parola di Arianna Errigo, fresca campionessa del mondo di fioretto a 25 anni, dopo una serie di podi e occasioni mancate che iniziavano a starle strette. «Mi sono arrivati tantissimi messaggi dagli amici, e devo dire che fa ancora più effetto. Quando sei qui non ti rendi tanto conto».

È raggiante, sorride e scherza come sempre, ma stavolta c’è qualcosa di diverso. Non perché si sia sbloccata, «io non mi sono mai sentita bloccata», precisa, ma i risultati contano, e un oro mondiale fa la differenza. E poi lei è «una che ha fretta, e non solo nella scherma». Forse a volte proprio voler chiudere gli assalti subito le è costato qualcosa: «Con Giulio Tomassini (suo maestro da qualche mese dopo il divorzio da Giovanni Bortolaso, ndr), sto lavorando soprattutto su questo». Tranquilli però, perché resterà sempre TsunAry: «Non cambierò mai la mia scherma, mi piace così, e vorrei che ci fosse più gente che tira come me perché mi piace vedere una scherma d’attacco. Dentro forse sono più sciabolatrice che fiorettista».

La vittoria era comunque qualcosa che le mancava: «Spesso sono andata vicina, argenti, bronzi. All’inizio andava bene, dopo l’Olimpiade, persa così, per inesperienza e incapacità di gestire l’assalto, ha iniziato a pesare. Anche in Coppa del Mondo ero costante ma spesso non riuscivo a vincere la gara». Intanto le Coppe portate a casa sono tre, l’ultima arrivata proprio con la vittoria sulla Deriglazova nella semifinale del Mondiale: «Ci tenevo tanto. So che la visibilità di un Mondiale o un’Olimpiade è diversa, ma per me la Coppa è la competizione più difficile».

Meglio di così, la sua avventura con il maestro Tomassini, non poteva iniziare. «Scherzando gli ho detto: “Ma che hai? La bacchetta magica?”». La scelta è stata facile, ma ponderata: «È il migliore, parliamoci chiaro. Ma prima di andare da lui ho chiesto se non ci fossero problemi con Valentina (Vezzali, ndr). Lei ha detto espressamente che non ce n’erano». Alla fine tutto si è risolto per il meglio: «Per me è stato un anno particolare. Ho deciso di lavorare da sola, ma sapevo che era una scelta temporanea, non ho mai avuto la presunzione di potercela fare da sola».

Così è arrivato il trasferimento a Frascati: «Lì posso lavorare con il mio preparatore Fabrizio Romano, tirare con atleti fortissimi, sono vicina all’università di Tor Vergata dove studio, e, soprattutto, sono serena». La prossima stagione si troverà a lavorare con un maestro che vive e insegna scherma in Francia, un po’ come Federica Pellegrini e Philippe Lucas: «Un po’ verrà lui in Italia, un po’ andrò io in Francia. Poi ci vedremo durante i ritiri». Il peggio comunque è passato: «A inizio anno è stata non dura, di più, vedere Giovanni Bortolaso e Stefano Cerioni dall’altra parte. Ora però con Giovanni è tutto chiuso. Giulio mi ha detto che mi ha inviato i suoi complimenti. Io sono fatta così, se mi ferisci chiudo. Noi con i maestri ci cresciamo, cambiarli non è semplice, non ci siamo abituati».

Ora le attese su di lei sono sempre più alte, e c’è chi la aspetta come dominatrice del fioretto: «Lo spero. Sicuramente il problema mio della costanza lo devo affrontare. Devo riuscire a trovare una continuità d’allenamento che non ho. Spero che Giulio possa aiutarmi anche in questo. Senza allenamento non si va da nessuna parte. Se bastasse il talento sarei stata volentieri a casa tante volte». Ora vorrebbe impegnarsi anche nel volontariato: «Vorrei fare qualcosa, qualsiasi cosa, per i cani. Io non posso tenerne uno perché non sono mai in casa, ma voglio aiutarli».

Incredibile Arianna, semplicemente e per sempre TsunAry, dal trasloco a Frascati anche AryDaje, come lo slogan coniato per lei da un’amica. Sempre e comunque campionessa, in pedana e fuori.

gabriele.lippi@olimpiazzurra.com

Twitter: GabrieleLippi1

Foto di Augusto Bizzi

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