Scherma
Scherma, Mondiali Budapest 2013: la spada può ripartire
Inutile nasconderselo: il mondiale di Budapest è andato male per la spada italiana. Zero medaglie, Atleti di punta eliminati troppo presto e in modi rocamboleschi nell’individuale, le due squadre fermate ai quarti di finale da Russia (le ragazze) e Francia (i ragazzi). Due eliminazioni figlie di prestazioni diverse, ma ugualmente cocenti. Perché l’occasione era grossa per entrambi i gruppi.
Le ragazze, fuori per una sola stoccata alla priorità con la Russia, avevano domato facilmente la Germania e si erano trovate in vantaggio anche di quattro stoccate nei quarti. I ragazzi, dopo l’eliminazione negli ottavi della Svizzera, avevano visto salire le loro quotazioni.
Qualcosa però non ha funzionato. È mancata l’amalgama e una buona chiusura di Diego Confalonieri, salito in pedana sul 39-40 dopo tre stoccate rimontate da Paolo Pizzo e sceso sul 40-45. Un parziale di 1-5 che lascia ben poco da recriminare.
E in un Paese in cui tutti sono un po’ ct c’è chi si è chiesto perché dovesse essere proprio Confalonieri, eliminato prima dell’accesso al tabellone dei 64 nell’individuale, a chiudere l’assalto dei nostri.
La risposta è semplice: perché le gerarchie si costruiscono nei mesi, perché una prova a squadre non è uguale a un’individuale, perché esistono atleti che per caratteristiche tecniche e psicologiche sono più portati di altri a rivestire un ruolo che mette addosso tanta pressione. Diego Confalonieri è il leader carismatico della nazionale italiana maschile di spada, e nessuno, dentro il gruppo, ha mai messo in dubbio il suo ruolo. Forse non ha la classe di Matteo Tagliariol, il furore agonistico di Paolo Pizzo, la freschezza atletica di Enrico Garozzo, ma è il “capitano”.
Chiudere era suo compito, non è andata bene come anche ai migliori capita, non ci sarebbe altro da aggiungere. Ragionare a posteriori e sostenere che un altro al posto suo avrebbe fatto meglio è un puro esercizio retorico.
Quello che rimane è il brutto mondiale di spadisti e spadiste. Il bel quarto di finale raggiunto da Mara Navarria e l’incoraggiante ottavo di Enrico Garozzo nelle rispettive prove individuali sono troppo poco. Non sempre si può vincere, e stavolta si è perso, senza possibilità d’appello. Ma da Budapest e da una competizione da dimenticare bisogna ripartire. Troppa gente ora è convinta che la spada italiana sia incapace di vincere, ma non è così. Ha vinto tanto negli ultimi anni e ancora lo farà. La concorrenza è tanta, la spada è l’arma più tirata al mondo, ma l’Italia ha grandi campioni e campionesse. ‘Addà passà ‘a nuttata’.
gabriele.lippi@olimpiazzurra.com
Twitter: GabrieleLippi1
Foto di Augusto Bizzi
Luca46
12 Agosto 2013 at 13:07
Concordo con Gabriele Lippi, per quanto la mia sia solo un impressione da tifoso. Le scelte bene o male sono sempre ponderate poi col senno del poi si possono fare mille discorsi. Io credo che questa sia stata una spedizione disgraziata. Salvo alcune eccezioni peggio non poteva andare. Perdere sonoramente fa male ma finire fuori in zona medaglia magari avrebbe tenuto nascosto dei problemi. A questo punto serve registrare un fallimento, capirne i motivi e ripartire. Io sono comunque fiducioso perchè credo che il materiale umano e i tecnici siano di grande livello quindi aggiustando il tiro dovremmo ripresentarci in grande spolvero. Se c’è una cosa che mi preoccupa è la crescita della Russia.
Gabriele Lippi
12 Agosto 2013 at 08:50
Gabriele Bino, Marco Fichera, Andrea Santarelli, sono tutti spadisti molto bravi. Però sono anche molto giovani, e questo, soprattutto nelle gare a squadre, soprattutto nella spada, si paga. E’ un’arma di testa, in cui l’abitudine a tirare su certi livelli è fondamentale. In questo Bino è un passo avanti a Fichera e Santarelli, appena usciti dall’under 20, ma parecchi passi indietro a Diego.
Confalonieri è il ledaer del gruppo, lo stesso che ha chiuso ad Heidenheim e a Parigi, due prove di Coppa del Mondo che l’Italia ha vinto nel corso della stagione. La prima senza Pizzo e Tagliariol in squadra, la seconda esattamente con lo stesso quartetto che ha tirato ai Mondiali. Le cose non sono andate bene, ma questo non significa che ci fosse un atleta che potesse, a priori, coprire il ruolo di Diego meglio di lui.
Gabriele Dente
12 Agosto 2013 at 00:28
Ciao Gabriele, ero d’accordo con te col giudizio sulla sciabola, sulla spada però non so… Mi fido del giudizio di Olimpiazzurra, vero quello che dici: non abbiamo la garanzia che con un altro al suo posto sarebbe andata diversamente. Però quando ho visto che Confalonieri avrebbe chiuso l’assalto con la Francia, purtroppo è finita proprio come mi aspettavo (anzi meglio, avevo pensato a un 5-0! :-). Pizzo prima di lui aveva recuperato 3 stoccate ed è uno che non molla. Tagliariol aveva mostrato sprazzi dell’antica classe. Garozzo aveva fatto bene. Chiaro, sono solo un tifoso incompetente ma il dubbio mi resta…
Per quanto riguarda il torneo, Pizzo era il campione in carica e Tagliariol il campione olimpico del 2008. Doveroso puntare su di loro. Ma Confalonieri non ha mai più raggiunto il grandissimo livello del biennio 2007-2008. Io forse avrei puntato su qualche altro giovane promettente, che di certo non manca, anche a costo di brutti risultati. L’anno post-olimpico è l’ideale per questo. Se non ora, quando? Perché in Italia abbiamo la cattiva abitudine di far esordire in nazionale verso i 30 anni, anche quando chi sta davanti non è (o non è più) un mostro sacro? Il discorso sulle gerarchie è pericoloso, non dimentichiamo che il pur grande Lippi per salvaguardare le gerarchie condusse l’Italia del calcio a una vergognosa (sportivamente parlando) eliminazione in Sudafrica, solo perché non volle lasciare a casa alcuni cavalli a fine corsa.
Insomma, la spada può e deve ripartire, però forse è giunto il momento di puntare anche su altri nomi nuovi, oltre su che Garozzo (per esempio Bino, Fichera, ecc.), altrimenti fra un anno potremmo commentare un risultato ancora peggiore e il tempo a disposizione per Rio sarebbe ancora meno…
A presto!