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Tuffi: la situazione azzurra post Barcellona 2013

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Tania Cagnotto. I Mondiali 2013 di Barcellona, per quanto concerne i tuffi azzurri, potrebbero essere definiti con il nome e cognome della fuoriclasse bolzanina, argento da 1 metro e nel sincro da 3 con la fedele Francesca Dallapè. La 28enne, dunque, pare aver smaltito al meglio la delusione olimpica ed essere ripartita nel migliore dei modi verso Rio 2016, ultimo appuntamento con la medaglia a Cinque Cerchi tanto inseguita e che eleverebbe l’azzurra nell’Olimpo dello sport. Il percorso, tutt’altro che semplice, è lungo ancora tre anni. Il 2013 archiviato settimana scorsa, però, lascia ottime speranze. La gestione di gara è ottima, Tania gode di una testa da campionessa assoluta e ha dimostrato di poter competere addirittura con le cinesi.

Tra individuale e sincro dal trampolino, con la figlia del grande Giorgio l’Italia dei tuffi femminili può dormire sonni tranquilli ancora per un po’, attendendo i progressi della piattaformista Noemi Batki (apparsa fuori forma a Barcellona dopo un anno non fantastico dal punto di vista degli allenamenti, con l’inserimento della verticale che non ha portato gli effetti desiderati) e con una Maria Marconi che, per l’ennesima volta, ha dimostrato un talento fuori dal comune limitato però da errori fatali nei momenti decisivi. La romana, alla quale vanno però attribuiti enormi meriti per aver recuperato al meglio dopo un 2012 nerissimo, ha chiuso sesta da 3 metri sfiorando l’argento e si è dovuta arrendere nelle eliminatorie del metro solo all’ultima rotazione a causa di un avvitamento sbagliato. Maria, comunque, lavora sodo per regalarsi, nei prossimi anni, un grande risultato a livello internazionale che meriterebbe ampiamente.

Leggermente più dolente la questione maschile. Michele Benedetti, talento talvolta discontinuo, non ha superato la prima fase né da 1 metro né da 3 e ha dichiarato in esclusiva ad Olimpiazzurra (qui l’intervista) di voler dimenticare al più presto la rassegna in terra catalana. La stagione del 29enne di Parma sarà ricordata per importanti punteggi ottenuti nelle gare nazionali, ma c’è da migliorare una volta in gara con i big del pianeta: Michele possiede tutte le qualità per brillare e deve sfruttarle. Grande rammarico invece per Tommaso Rinaldi, fermatosi ad un passo dalla semifinale da 3 metri: il romano classe 1991 sta comunque dimostrando di crescere passo dopo passo in ogni evento a cui partecipa. Sempre parlando di trampolini, Andreas Billi ha fallito l’appuntamento da 1 metro con un’eliminatoria da dimenticare ma, in coppia con Giovanni Tocci, ha centrato la finale nel sincro da 3 chiudendo poi in dodicesima posizione. I prodromi, per questo duo giovane che si è allenato a distanza (uno a Roma e l’altro a Cosenza, ndr), sono positivi e in ottica futura – con una preparazione continua e di primo livello – ci sono i margini per scalare ancora numerose posizioni.

Nota lieta è Andrea Chiarabini, 18enne capace di conquistare la finale dalla piattaforma: il romano, talento purissimo dei tuffi italiani, deve lavorare ancora negli ingressi in acqua ed alzare leggermente il coefficiente dei tuffi per poter competere anche per il podio. Soddisfacente anche il sincro, con Maicol Verzotto e Francesco Dell’Uomo quarti agli Europei di Rostock e settimi a Barcellona nonostante il secondo abbia subito un’operazione alla mano ad inizio anno. Tania Cagnotto a parte, dunque, pare ancora difficile lottare per le medaglie, ma in tre anni gli atleti azzurri possono crescere e raggiungere livelli importanti. La materia prima c’è, le strutture – purtroppo – meno. Il compito degli allenatori si prospetta tutt’altro che semplice, ma provarci è il minimo.

 

francesco.caligaris@olimpiazzurra.com

Twitter: @FCaligaris

Foto da: Getty Images

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